LA QUESTIONE DELLE B. A. SUL  PONTE DELLA COSTITUZIONE (CALATRAVA) DI VENEZIA E LE  ARTICOLAZIONI GEOPOLITICHE - GEOCULTURALI 

di Claudio Roberti

Guarda caso,  molto recentemente sono intervenuto sul tema delle barriere  architettoniche  e qui vi sono una serie di stimoli che mi portano a ritornarvi. Il motivo è una  questione tematica  da odierno palcoscenico  del sistema mondo (1) e la faccenda  è interessante e rappresentativa, innanzi tutto  per motivi di  merito < >  metodo. Il tema riguarda la mancata ACCESSIBILITA' - FRUIBILITA' - VALICABILITA' di quel nuovo ponte situato a  Venezia e  intitolato alla Costituzione della Repubblica. In altre parole si tratta del famoso ponte " Calatrava ".   Su quell' opera si estrinseca in termini geopolitici - geoculturali un' assenza di SISTEMATICITA' nell' approcciare alla questione dell' architettura universale, di fatto demandata a dei " fai da te "..... mossi da opinioni  tipicamente ideologico - soggettive. 

In forme - quote  diverse, tutti ne escono " mal conci " da questa faccenda. Proviamo a focalizzarli secondo una sequenzialità more geometrico :I°) l' architetto Santiago Calatrava Valls  ne esce più spettacolarizzato di prima, ma  " disastrato " ....in termini di  lavoro intellettuale come professione ; è come se avesse dimostrato teoricamente > praticamente  che l' architettura universale è un orpello estraneo e / o opzionale rispetto  alla sua  architettura organica. In altre parole,  è come se fossimo antropologicamente organici ad altro, ovvero l' architettura non è organica a noi. Dalla semantica di quel ponte emerge che la nostra organicità dovrebbe  manifestarsi altrove o al massimo ad latere ,  muoversi in - per altri luoghi. In sostanza, dobbiamo (re)stare altrove, come per ogni entità aliena, ogni  altra res.....

Come vari altri suoi colleghi (chiariamo, al pari di  una marea di italiani) sembra essere prigioniero di un  uomo ad una dimensione antropocentrica. In sostanza si tratta di quell' uomo Vitruviano tanto caro a Le Corbusier e tutto questo non è alto che il vecchio paradigma camuffato di nuove e suggestive modanature architettoniche. E' il vecchio e mai redento " gusto - piacere " nel  creare - reiterare le b. a. con tutti i loro simbolismi verticali, questa volta firmato da una luminosissima " arquiestrella" !..... Certo, quell' opera di Calatrava è la dimostrazione empirica della fondatezza di quanto sostiene in un eloquente pamphlet l' antropologo - architetto  Franco La Cecla (2). Infatti, ricorrendo ad alcune categorie di La Cecla, effettivamente ci troviamo al cospetto concreto di un'  "  architettura artistica - autoreferenziale (egocentrica) ". In  ogni caso, è altrettanto vero che Calatrava in precedenza  ha realizzato el Puente Alamillo de Sevilla y el Pente de la Mujer de Buenos Aires e questi  appaiono almeno minimalmente  accessibili - fruibili (*vedi foto a fine articolo) in termini di architettura universale. Allora , vi è da chiedersi: " Come mai talune libertà compositive  discutibili ed illegali trovano terreno fertile in Italia " ?!..... 

In merito alla soluzione dell' " ovovia " , si tratterebbe di un classico  rabberciamento tutto all' italiana ( o alla padana, se piace di più....) , una contaminazione strumental - compromissoria   fra un arrangiarsi  politico, a mezzo di un goffo ricorso al placebo tecnologico. Piaccia o no, nella geopolitica all' italiana  l' arte di arrangiare trova cittadinanza non solo a Napoli e nel Mezzogiorno.  

Stando ancora alla " via dell' uovo "......sappiamo bene a quali - quanti  limiti manutentivi sono soggetti quei  sistemi  ausilistici della famiglia dei " montascale " . Essi richiedono una cultura nella cura delle cose, un apparato organizzativo e dei fondi. Quell' ovovia sarebbe fortemente dipendente da dette  condizioni , trovandosi a stretto contatto con la salsedine marina. Gli assertori di questa " soluzione tecnica " che risposte forniscono al proposito?  Diciamo che Il sospetto che quell' uovo fresco si tramuti ben presto in uovo marcio poggia su qualche ragione. Però è anche vero che nelle città dove si celebra il Carnevale le uova marce servono a qualcosa!.....     

Inoltre, in termini geoculturali  questa trovata " avicola "  ricorda un famoso ed eloquente  quadro di Hieronymus Bosch (Por Calatrava, el  Bosque) " Il concerto nell' uovo " del XVI ° secolo, raffigurante una serie di interessanti simbolismi, in gran parte  fortemente stigmatizzanti verso le disabilità!...(**vedi foto a fine articolo).

A suggello del disamina sull'  " ovovia ",   includendo ogni  possibile simbolismo , vi è da dire che  l' architetto spagnolo  Calatrava non avrebbe mai dovuto accettare quella superfetazione architettonica sopra o peggio ancora.....sotto  al  suo ponte: " Es posible que el  no sabe el significado popular de los huevos y todas las posibles variaciones .... tocarse / rascarse  los huevos, hasta / encima de  los huevos y terminando con el clasico..... me rompe los huevos " ???!!! ..... Insomma, gli architetti lavorano da sempre sugli interazionismi simbolici, " entonces al nuestro  arquitecho le parece bien que su puente pasa a la historia como el puente de el (los) ....huevo (s) ??!!..... 

II°) Le responsabilità degli amministratori pubblici e dei loro  funzionari tecnici sono chiare e reiterate. Indubbiamente anche qui l' errore muove da insipienza rafforzata da preconcetti ideologici. Tutto questo ha già prodotto una serie di danni virtuali e sostanziali. E ' indiscutibile che siano state violate  una serie di normative in materia di progettare - costruire senza b. a., sia essa in forma  prescrittiva e / o inclusiva. Bene o male si tratta di norme note , esse vano dalla Legge 41 / 86 , fino al DPR 503 96, diciamo che si tratta almeno di un decennio di regole.  Qui la discriminazione " indiretta "  è stata pianificata, tollerata  e costruita da vari soggetti (istituzionali - politici > fisici). Tralasciando (per ora) la variabile politica,  questa fattispecie di reato  si riferisce  alla  Legge 67/ 06 e viola una serie di punti fermi della  stessa Convenzione ONU, fra i quali in via diretta l' Art. 9, e gli Artt. 19 e 20. Inoltre, è   fin troppo evidente che riparare un danno del genere significa far fronte a dei costi pecuniari, anche significativi. In una realtà di crisi economica -  soliti tagli alla spesa pubblica, sarebbe bene che questi costi non ricadano ( quanto meno solo) sulla fiscalità generale, ovvero la collettività. Malgrado debba essere sottolineato che  quest' ultima non è  estranea a dei  pre - supposti di sistema di cui tenere conto. Chi si preoccupa delle lamentele generiche dovrebbe soffermarsi su tale tratto. Avendo chiaro il passaggio precedente, è bene sottolineare  che  sono state poste in essere una serie di responsabilità soggettive a cui si deve rispondere in solido. Pertanto, tutta la materia è meritevole di azioni  in sede giudiziaria. 

III°) Per quanto attiene ad i presupposti - risvolti politici, ancora una volta emerge una grave carenza in termini di rappresentanza circa i  nostri bisogni, istanza e diritti. Signori, vi è poco da giocare sofisticamente " sul  prima ed il dopo, i se ed i ma  da classico  scarica barile " !..... Per favore, quel ponte non è un ' entità metafisica materializzatasi ex - abrupto!!!.....

Lo stesso " uovo porta disabili "  (deposto sopra o sotto) non è stato  covato da una gallina invisibile. Si tratta di una chioccia allevata in pollicoltura,  di razza veneziano - valenziana..... 

Chiunque sostenga che non si sapesse già in fase progettuale come stavano i fatti , offende le capacità di intelliggere, incluso la sua. Andiamo, diciamo le cose fino in fondo : quanto meno quelli che " rappresentano ",  taluni sapevano e / o sospettavano che si fosse trattato di un ponte ad una campata....quella a noi  preclusiva.... 

Appare evidente che già nella fase progettuale potevano essere focalizzati per astrazione  " sulla carta "  i presupposti affinché quel' opera si avviava a non poter ricevere L'  ATTESTAZIONE DI CONFORMITA' come da Art. 21 del DPR 503 / ' 96. Fra l' altro, un modellino utilizzato dal Comune di Venezia nel 07 dimostra chiaramente cosa si sarebbe realizzato (***vedi foto a fine articolo).

Malgrado tutto questo, " l' attestato "  evidentemente lo ricevette, ma in base a quali criteri?!  I fatti inducono a ritenere che si sia trattato di criteri discrezionali dettati da tipica  opportunità politica. E' su questo terreno che si sarebbero dovuti esercitare dei controlli democratici di tipo preventivo. Per fare questo bisogna essere presenti sui territori, essere organici ad essi ed essere scevri da ogni consociativismo. Tale tratto non sembra appartenere alla miriade di cartelli elitistici (federati e non) formalizzati sullo scenario italiano. 

A questo punto  è indispensabile procedere per vie legali e quel ponte rappresenta un ottimo laboratorio per iniziare a testare l' esigibilità della Convenzione ONU!  

Questa disamina si  conclude  rivolgendosi al  Prof. Massimo Cacciari in quanto filosofo < > politico : appare evidente che rispetto alle vicende di cui sopra egli abbia svolto " un qualche ruolo ". Allora, sarebbe auspicabile che quando tratta delle vicende delle persone disabili (non gli  handicappati, come l' ho sentito dire in televisione) farebbe bene ad approcciarvi non utilizzando le categorie del pensiero negativo di Nietzsche, ma l' ideologia della potenza umana dispiegata di Spinoza.

Le persone disabili vogliono - hanno diritto a modelli - prassi anti discriminazioni , le pari opportunità , la Vita Indipendente. Esse devono utilizzare ogni strumeno democratico per perseguire tali fini.  Evidentemente, tutto questo passa anche SU DI UN PONTE!!!

 

RBN

 1) I. Wallerstein, Alla scoperta del sistema mondo, Mondolibri Roma 03 ;

 2) Franco La Cecla, Contro l'' architettura, Bollati Boringhieri Mi 08. > Su tale tema vi sono vari altri contributi per autori - titoli ; 

(*) Foto ponte di Sevilla

 

 

 

 

 

 

 

ponte di Buenos Aires ;

(**) H. Bosch, Il concerto nell' uovo, foto;

(***) Foto plastico " Ponte Calatrava " a Venezia

 

 

Vedi altri articoli di Claudio Roberti:

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- discriminazioni reddituali

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- dati ISTAT sulla disabilità italiana 1

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