Il Testo dell'Associazione Luca Coscioni
"Nel 2007 in Italia 1.000 malati terminali si sono suicidati e 800 hanno tentato di farlo perché non hanno potuto ricorrere alla eutanasia (dati ISTAT). Questa possibilità è stata negata anche ai 250 mila malati di cancro o di leucemia che sono morti nello stesso anno, nel 60% dei casi fra dolori incoercibili per non aver ricevuto nemmeno adeguate terapie palliative (ricerca IPSOS, novembre 2008): molti di loro avrebbero certamente scelto di ricorrere alla eutanasia. E 3.000 persone, non avendo potuto manifestare in un testamento biologico le loro volontà di fine vita, si trovano in una situazione di stato vegetativo permanente, come Eluana Englaro, con i loro congiunti costretti ad assistere alla loro agonia senza fine (dati Ministero Welfare).
Tutto questo benché da anni numerose indagini demoscopiche dimostrino due fatti incontrovertibili: che una larga maggioranza di italiani, compresi molti cattolici osservanti e praticanti, sono favorevoli alla eutanasia e al testamento biologico; che un numero crescente di medici confessa di praticare l’eutanasia clandestina (come avveniva con l’aborto clandestino prima della legge 194 sulla interruzione volontaria di gravidanza). Ciò malgrado, il Parlamento sembra orientarsi verso una legge che in realtà è contro il testamento biologico, mentre sulla eutanasia non solo rifiuta di discutere i disegni di legge già presentati – come ripetutamente auspicato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – ma anche di avviare una indagine conoscitiva sulla eutanasia clandestina.
E ciò avviene solo perché si vuol far prevalere la convinzione di una minoranza, che legittimamente crede nella sacralità della vita, proprietà esclusiva di Dio, su quella della maggioranza, che altrettanto legittimamente crede invece nella responsabilità della vita e nella libertà di autodeterminazione individuale.
Per queste ragioni chiediamo ai cittadini di firmare il testo della nostra petizione:
Noi sottoscritti,
chiediamo che nelle scelte relative alla fine della vita sia rispettato il diritto all'autodeterminazione di ciascun individuo, per abbattere il fenomeno dell'eutanasia clandestina e di quella cattiva morte "all'italiana", fatta di violenza contro i malati, accanimento terapeutico e imposizione di sofferenze;
chiediamo il riconoscimento legale del testamento biologico attraverso il quale siano obbligatoriamente rispettate le scelte individuali, compresa quella di non ricorrere alla nutrizione e idratazione artificiale o di interromperla nel momento in cui se ne dimostri l’inefficacia terapeutica;
chiediamo che sia effettuata un'indagine conoscitiva parlamentare sull'eutanasia clandestina e gli altri aspetti della morte all'italiana, e che siano discusse le proposte di legge per la legalizzazione o depenalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito".
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ALCUNE TESTIMONIANZE
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Ciao Germano,
ho letto la petizione, e a mio parere va proprio nella direzione da te
auspicata. Cosa intendo?
Quando scrivi "Ma NON voglio una legge che mi dica come devo morire...".
sei perfettamente allineato a quanto chiede la petizione, cioè che tu
possa decidere per te (direttamente o tramite un tuo fiduciario) e che
nessuno possa decidere al posto tuo. Il disegno di legge presentato dal
governo invece vuole che il tuo parere conti poco, e in certi casi
proprio nulla. Infatti se il disegno di legge non verrà modificato
alcune scelte saranno impedite e la morte che avrai sarà molto
probabilmente frutto di scelte e di logiche del tutto estranee alla tua
volontà come molto spesso spesso avviene oggi (economiche, per esempio,
dove con economiche posso intendere sia la "opportunità" di una tua
dipartita precoce per liberare un letto, sia l'opposto, cioè il tuo
corpo a disposizione di una struttura che così giustifica una cospicua
retta per la tua assistenza a tempo indeterminato).
Sono d'accordo con te che la vita indipendente è, appunto, vita, ma se
affronti il tema dell'autodeterminazione, vedi che anche la decisione
sul fine vita fa parte della vita e deve essere una cosa su cui devi
poter decidere tu, non altri.
Quando dici: "ci penserò e deciderò per quanto mi sarà concesso" poni le
premesse perché non ti venga concesso proprio nulla, ed è importante
agire adesso per evitare che questo sia lo scenario che si prepara per
il futuro di noi tutti.
Mi auguro quindi che ci ripensi.
Bye.
John
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" TORNANDO SU CIO' CHE E' EMERSO (NON EMERSO ) DALLA VECCHIA E TRISTE VICENDA DI E. ENGLARO: NE' CON GLI UNI, NE' CON GLI ALTRI, OCCORRE ALTRO "
di Claudio Roberti
A seguito di qualche sussulto derivante da due miei mini interventi pubblicati sulla mailing list....tramite l' amico Mario Russo (con cui a volte sono d' accordo, altre in parte, altre PER NIENTE), ritorno sull' argomento per chiarire qualche altro concetto.
Certo, capita che alcune organizzazioni a seguito di un argomento per loro centrale - forte, immettano qualche altro tema collaterale. Solitamente si tratta di questioni quasi sempre funzionali a quella principale. Questa tendenza può essere accentuata se il motore ideologico è partitocratico o teocratico. Appunto, siamo ai due modelli manichei in lotta per la vicenda di Eluana.
Avvicinandosi ad un tema citato, il pur importantissimo argomento della ricerca scientifica , può servire ad esorcizzare un qual cosa di cui liberarsi. In altri termini, o ci si libera con la scienza o con la regolamentazione dell' eutanasia. Si tratta di una sorta di soluzione escatologica in chiave laica. Anche le contorsioni psico - culturali hanno una loro logica, questo lo abbiamo imparato da Freud in poi.
Certo, se ragionassi platonicamente, anche io vorrei liberarmi da questa carcassa, assumere i connotati di Prometeo liberato.... da questa tetraparesi spastica che mi rompe " los cojones " dalla nascita !.....
Attenzione, questo non significa che quei due argomenti non siano importanti e seri! La questione è un' altra, è nel come si contestualizzano ed interfacciano con il il resto. In altri termini , quale sequenzialità - priorità seguono. Questa è la discriminante che condiziona il ragionamento, esattamente ciò che è emerso negli approcci culturalmente predominanti rispetto al caso Englaro. Ovviamente, predominante per corsia preferenziale di tipo politico.
Tornando agli stessi ausili posti a tema eletto, ottima iniziativa, ma se inquadrati come strumenti collaterali - propedeutici alla V I , altrimenti si tramutano solo in un espediente fuorviante e pericoloso. Paradossalmente, possono diventare controproducenti: ecco gli ausili, con essi ora avete automaticamente la v. i. Allora, ecco un effetto del frantumare le nostre questioni in mono > sotto tematiche....
Dall' altro versante, anche il manicheismo teocratico non si può dire che pensi solo all' esaltazione della vita ad oltranza....comunque sia! Loro si occupano di " case famiglia – comunità alloggio " (istituzioni totali) , opere caritatevoli e viaggi miracolistico - escatologici fra Lourdes, Fatima, Pompei ed altri siti da pellegrinaggi per storpi (storpi = come ci chiamavamo ossessivamente nel XVI ° XVII ° ).
Per quel tipo di costruzione culturale dobbiamo vivere e soffrire, anche in condizioni da tortura in attesa del miracolo. Poi dobbiamo chiedere, concessioni....non diritti. Per l' insieme di questi motivi il Vaticano non ha accettato la Convenzione ONU, non solo per la faccenda dell' aborto!
Questo producono i dogmatismi, di ogni risma. Se mi è permesso un consiglio rivolto a tutti quelli che si occupano delle nostre vicende , tanto più se vogliono assumersi la prerogativa (spesso narcisistica) di decidere - rappresentare: date un ' occhiata a SPINOZA > VOLTAIRE!
Francamente, quando si tratta delle nostre tematiche, preferirei vi fossero delle organizzazioni politico - culturali che sapessero - volessero affrontarle nel loro insieme, senza spezzatini manicheo - corporativi. Inevitabilmente , le letture parziali portano a conclusioni manchevoli.
Stando ancora alla questione specifica, bene occupiamoci della nostra morte, malgrado fra stoici ed epicurei, preferisco questi ultimi! Nel medioevo, dicevano i monaci tanatisti : " Ricorda, devi morire " !.....In un famoso film, Massimo Troisi rispose: " Si va buò, agg capite, mo scrive...accussi nu mo scord " !....
Però, SIMULTANEAMENTE – PARALLELAMENTE diamo a l me n o PARI PESO - MISURA alle questioni della VITA, prima di tutto quella INDIPENDENTE!!!
Poi vi sono tutti gli altri temi: La Scuola - Università . il Lavoro , le B A O , gli Ausili e quant' altro collaterale !!!! Certo , non vi è difficoltà ad ammettere che occorre una legge che regoli il fine vita secondo talune fattispecie estreme. Questo è un dato di fatto. Però, diceva Paracelsus : " Tutt' è nelle dosi "....Con la la vicenda Englaro le DOSI sono state ampiamente superate.... non vi sono precedenti rispetto a Q U A N T O si è parlato di disabilità in queste settimane! Si è parlato T A N T O , TANTO, TANTO!!! Non solo, la discriminante su cui riflettere è innanzi tutto nel C O M E !!!.....Il teorema imperante è stato : “ DISABILI = MALATI! Tutti i ciucci, studiassero gli ICF dell’ OMS! Questo tratto del come ha prodotto solo danni a nostro carico, anche in termini squisitamente CULTURALI. Attenzione, anche qui avviene la costruzione sociale della nostra diversità percepita come inferiorità, con le molteplici conseguenze. Francamente, tutto questo è proprio una gran munnezza - chiavica ordita a nostro danno.
Signori e signore: “ Io sono nu malat, ma nel significato napoletano della parola….sarebbe ora che Tinto Brass facesse un film incentrato sulla disabilità. Recentemente Gabriele Viti ha scritto un libro Intitolato….”Il kamasutra dei disabili “ , ottimo indirizzo culturale, complimenti!
Le persone disabili che si prestano – tollerano la reiterazione di costruzioni stereotipate , dovrebbero riflettere e forse ricorrere a quel vecchio strumento culturale chiamato autocritica!.....
Non si sottovaluti il fatto che alla fine di quell' ubriacata mediatica orchestrata politicamente, saranno stati costruiti molti altri sprovveduti (normaloidi & affini) che penseranno di noi come di morti viventi (zombi).... delle cose su cui LORO DEVONO decidere solo se conservarle o buttarle! Basta decodificare la puntata di ANNO ZERO RAI DUE del 12/02/09, per vedere come il modello retrivo sia EGEMONE, anche preso posizioni da avanguardia mediatica. Ecco gli effetti più prossimi - diretti dell' esaltazione - assolutizzazione della banalità manichea, grazie a taluni laici contrapposti a tal altri confessionali.
Il prodotto di tutto questo è IRRADIANTE - DEVASTANTE, magari fosse IRRICEVIBILE!
Signori, vi è un bel proverbio popolare spagnolo che si traduce grosso modo cosi : " Se non puoi fare - dire niente di buono per me, è meglio che non fai - dici niente ".
Tornando ai vivi, la ratifica della famosa Convenzione ONU giace nuovamente in letargo istituzionale...si faccia qualche cosa per svegliare questo sonno! A noi serve una Convenzione ONU RATIFICATA > ESIGIBILE!!!! Questo significa che la medesima Ratifica come fatto in sè, non basta.
Chi ricorre ai dati ISTAT per la morte, lo faccia anche per la vita: la situazione dei disabili ( ancora) vivi desta in una MARGINALITA’ > SEGREGAZIONE DA FARE SPAVENTO!!! Guardate i dati su scuola, lavoro e welfare! Certo, dobbiamo morire....ma almeno non zoticoni, nullafacenti > emarginati con pensioni ed accompagnamenti che si liquefanno come ghiaccio al sole!!! A questo si aggiunga che quella parte dei dati ISTAT che non piacciono AI SOLITI NOTI..... ci DIMOSTRANO SCIENTIFICAMENTE che il trend dei ricoveri nelle istituzioni totali E' IN INCREMENTO ANNUALE. Signori, mettiamola cosi : per il futuro prossimo non rompiamo più il " C " , torniamo ai vecchi cari serragli, con la garanzia - consolatoria che alcuni ci vorranno somministrare alimentazione - idratazione, altri la dolce morte!!!
Da ciò che E' EMERSO / NON EMERSO da tutto l' itinerario della triste e vecchia vicenda Englaro, si può toccare con mano che a noi serve una RAPPRESENTANZA POLITICA AUTONOMA, AUTOREVOLE, PROGRAMMATICA. Vanno superate quelle organizzazioni che replicano quel vecchio spezzatino imposto per interessi ideologici e / o corporativi. Se è vero (lo è) che la forma partito cosi come intesa è in crisi , lo sono anche quegli organismi che ne seguono la scia in forma di specchio. Questo discorso deve essere chiaro a laici e confessionali, a partiti, associazioni e sindacati, in quest’ ultimo caso vedi vecchi “ uffici H “ che troppo sovente servono a fotocopiare detta H.
Usando una categoria inappropriata, molti parlano di “ movimenti “ in effetti il nostro universo è costellato di una miriade di organizzazioni MONO > SOTTO TEMATICHE. Una nutrita quota di queste sono caratterizzate dall’ essere PARTITOCEFALE. Ovvero, orientate da interessi – linee di partito. Queste e non solo , orientano l’ azione politica verso UN ARGOMENTO , ASSOLUTIZZANDONE UN ASPETTO. Attenzione, tutto ciò non ha nulla di illegittimo, ma universalmente produce più DANNI CHE BENEFICI.
Il misuratore di questo dato si trova ancora una volta in una lettura complessiva dei dati ISTAT. Infatti, in altre occasioni ho argomentato che da quei numeri emerge chiaramente come siamo messi complessivamente. Restando ai medesimi dati ISTAT di “ disabilitàincifre “, quella realtà si giustappone con il fatto che si può constatare la seguente ABNORMITA’ : in Italia esistono più di 21000 “ associazioni “ di disabili al 03. Un caso PATOLOGICO senza raffronti!
Signori, fatevene una ragione: OCCORRE ALTRO, specialmente se pensiamo che è indispensabile attrezzarsi in una dimensione geopolitica - geoculturale!!!
Tutto questo deve essere chiaro innanzi tutto a quella MOLTITUDINE DI PERSONE DISABILI COMUNI che sono nella rassegnazione, isolamento, ignavia e timore.
Evidentemente, per aiutare a riflettere su tutti questi dati di fatto, deve esservi qualcuno che prende l' iniziativa di ASSUMERE IN CARICO posizioni difficili, poco gradite.
Riassumendo, in merito agli sbilanciamenti ASIMMETRICI fra i temi della MORTE che sovrastano quelli della VITA, Gabriel Garcia Marquez scrisse un grande libro intitolato " Cent' anni di solitudine ", svariati normali & disabili che si pregiano di rappresentarci (fosse per me, direi no grazie....) facciano uno sforzo di riflessione sui contenuti finali di quella narrazione.
Vedi altri articoli di Claudio Roberti:
- percorsi di vita indipendente
- dati ISTAT sulla disabilità italiana
- dati ISTAT sulla disabilità italiana 1
- dati ISTAT la chiave di volta 2
- dati ISTAT Organizzazioni no-profit 3
- lettera aperta sulla Vita Indipendente