LA CHIAVE DI VOLTA: VERSO L’ ACQUISIZIONE DELLE STATISTICHE SU SERRAGLI – ISTITUZIONI TOTALI IN ITALIA. L’ EMERSIONE DI UN SAPERE DA RENDERE NOSTRO ED UTILIZZARE PER IL MUTAMENTO.
di Claudio Roberti
“ Introdurre il tema….precisando dei fatti sociali “ ;
A distanza di pochi mesi ritorno sull’ analisi articolata sulla “ disabilitàincifre “ dell’ ISTAT (vedi la pagina ISTAT) .
In effetti, ci si propone che lo scritto che segue funzioni come un’ integrazione parzialmente correttiva e / o di superamento rispetto a quelle variabili emerse dopo ed analizzate in questo contesto (apre altro documento). Evidentemente, ciò è accaduto perché non sono riuscito a costruire un ‘ analisi sincronicamente oristica. Che altro dire…..meglio dopo che
“ MAI “ , vista la realtà data…..
Di seguito introduco ciò che da tempo e da più parti si cercava e (erroneamente) si pensava non esistesse: una strada – soluzione per reperire (di fatto accedervi) delle statistiche di prima mano sui famigerati serragli!
Prima di entrare nel vivo del tema, mi preme fare due precisazioni su eventuali opposte obbiezioni: 1) è probabile che vi sia qualche oracolo fra gli avveduti e grandi “ dirigenti preposti democraticamente a rappresentarci “che sostenga con il senno di poi……” l’ ovvietà dell’ esistenza di questi dati”……
Certo, qui di seguito si può evincere che i dati in questione esistono… ed anche da vari anni e riferibili a svariate annualità. Però, a questa prima “ obiezione “, evocante la metafora dell’ ….uovo di Colombo, si può rispondere con una semplice domanda: “ Come mai fino ad oggi nulla si è fatto di concreto per far emergere risolutamente la questione e giungere ad una conoscenza pubblica di questi dati “?!....
Di contro, nell’ ipotesi che da parte dei medesimi soggetti si pensasse che questi dati non esistessero in forma lavorata rispetto alla variabile di spesa (ipotesi del sottoscritto e vari altri disabili comuni), la faccenda si snoda con la seconda domanda: 2) “ Stando agli svariati alti profili intellettuali e ruoli di chi dirige – rappresenta e vista l’ importanza del tema, cosa si è fatto in tanti anni per far colmare questo vuoto conoscitivo?!....
Sostanzialmente nulla! Sarebbe infondato ipotizzare che questo è accaduto perché taluni non sono stati capaci di capire come utilizzare questo strumento, mentre tal altri lo hanno capito preferendo non imbattersi in posizioni scomode?!....
In sostanza, come sovente accade, talune azioni convergono e si calcificano….. tutte le strade portano a Roma!
Alla luce di queste argomentazioni ed di altre da tralasciare, talvolta la miglior cosa consisterebbe nel fare un bagno di umiltà, apprendere e riflettere.
“ Importanza, caratteri e criteri di un’ articolazione statistica da reperire > impegnare “;
Malgrado i limiti ideologico – metodologici già illustrati nel precedente intervento e qui in altri termini riprodotti, in vero quanto realizzato dall’ ISTAT rappresenta comunque una MINIERA DI INFORMAZIOINI che non ho mai abbandonato e non intendo farlo…..anche perché ogni fonte di conoscenza è un continuo divenire. A questa è possibile arrivare grazie alla propensione al dubbio come primo presupposto del ricercare.
Qui indubbiamente si tratta di sapersi muovere fra gli ostici meandri dell’ “ arte statistica “ , mettendo in conto che l’ ostilità non è data solo dai caratteri in sé di questa scienza , ma da un’ ulteriore variabile: un dato uso ideologico attribuito alle tipologie e / o ubicazioni virtuali di quanto prodotto. Tale tratto è stato evidenziato anche nel precedente intervento, ma qui assume dimensioni evidenti e sostanziali. Il tratto diviene preclusivo per un aspetto imprescindibile del metodo scientifico: la verifica!
Passando ad altro, una ulteriore variabile deriva dal sapere / volere imbattersi in faccende del genere, potendo o meno disporre di azione politica…..
A questo aggiungiamo qualche ulteriore importante concetto riscontrabile nel fatto che molto sovente l’ ignoranza e / o la complicità tranquillizzano taluni (il potere – i suoi zelanti ed arroganti accoliti) , fungono da rendite di posizione e / o strumenti di mantenimento – riproduzione dei modelli dati. In altre parole più sbrigative: “ Quelli tanto non ci arrivano.....poi i nostri < > loro meccanismi di controllo – distorsione fanno il resto “ !......
Ad ennesima riprova del fatto che le faccende della disabilità non sono un’ isola (felice / infelice…) rispetto al resto, siamo nel pieno delle tecniche dei meccanismi per l’ esercizio controllo sociale, un classico per i saperi sociologici.
Esaurito un minimo preambolo, andiamo all’ essenziale perché riteniamo di AVER SCOPERTO LA CHIAVE DI VOLTA PER ARRIVARE AD UN’ INFORMAZIONE D’ IMPORTANZA TANTO STRUTTURALE – SISTEMICA QUANTO STRATEGICA.
Da ora in poi siamo a conoscenza del referente a cui risalire per sapere QUANTO si spende dalla fiscalità generale per foraggiare il carrozzone assistenzialistico dei SERRAGLI - ISTITUZIONI TOTALI ovvero dei trasferimenti dal centro verso Regioni – Province, dove anche quest’ ultimo aspetto meriterà qualche considerazione alla fine.
Comunque, nella fattispecie trattiamo di ciò che con linguaggi burocratico – edulcorati (mistificatori) viene classificata sotto la sibillina voce di “ PRESIDI RESIDENZIALI SOCIO – ASSISTENZIALI “ ( “PRESIDI “ ) (1).
Attenzione,da qui in poi non si tratta più di una sigla astratta da….modulistica usata annualmente dall’ ASL – INPS o di ciò che per taluni rappresenta un qualcosa di remoto (da… esorcizzare – rimuovere) o per altri una realtà legittima di cui farsi tristemente una ragione, ma razionalmente di ciò che è : una sistemazione > collocazione storico sociale che è ora di cancellare dal vivere civile procedendo necessariamente per gradualità – condizioni di praticabilità. Questo accade per l’esistenza di “male pratiche “ inconciliabili con gli universali diritti umani e soggettivi delle persone disabili. Tutto ciò si fonda su autorevoli saperi antropologico – etici, oggi faticosamente tradotti in norme geoculturali.
Tutto rispondente al vero, ma mancava il passaggio (con) sequenziale per affrontare questo nodo dai caratteri tipicamente (non esclusivamente) italiani…..
Ecco che da qui in poi emergere l’ elemento per andare oltre , avviare il modello di cui sopra verso una sequenzialità da azione per il mutamento. Esattamente ciò che occorreva da tempo.
Qui gli elementi da osservare sono molto articolati perché ciò che riguarda i “ PRESIDI “ è solo un segmento, malgrado molto rilevante. Attenzione, qui siamo al cospetto di un ventaglio di informazioni che l’ ISTAT analizza nell’ ambito di un grande contenitore definito in forma di
“ metadati estesi “ (2) da cui ci si dirama verso le statistiche giustapposte agli impianti assistenziali – di servizi verso quella che nei fatti viene trattata come una devianza tematica .
Venendo a detto contenitore, tecnicamente ci troviamo al cospetto di un grande INDICE MULTIVARIATO dal quale l‘ ISTAT attinge – dispone (elabora) informazioni di RILEVANZA ESSENZIALE su cui si può lavorare per ricavare – ricostruire passaggi quantitativi disaggregabili secondo vari ordini.
Entrando più nel vivo del tema , tale indirizzo è finalizzato ad una raccolta di dati definita in termini di CONTABILITA’ NAZIONALE - CONTO SATELLITE DELLA PROTEZIONE SOCIALE (“CONTO “) (3). Innanzi tutto, già la denominazione è concettualmente molto interessante (ricorda la protezione civile….) perché se non si sapessero quei già accennati presupposti…. verrebbero da porsi i seguenti quesiti: “ Protezione sociale…..a favore di chi?!...Da chi “?!....Perchè?!.....
Si tratta di domande apparentemente pleonastiche e di seguito articoliamo i vari livelli di risposte. Optando con il partire dal dato statistico empirico, in termini di passaggi induttivi, vedremo che la stessa ISTAT sinteticamente - schematicamente introduce alle ragioni di un’ articolazione di dati di provenienza varia. Da “ disabiliincifre “ si ricava la portata complessiva del piano statistico generale. Questa viene introdotta dalla precedente scheda a prospetto tematico. In un itinerario metodologico dal particolare al generale e viceversa , il “ CONTO “ attinge informazioni qui deducibili (solo) da collegamento ipertestuale per “ titoli “, con 4 SCHEDE
“ omogenee “ collocate rispettivamente nei righi virtuali > 6, 8, 9, 21. (4).
Andando alle ragioni sistemiche, esse sono segnatamente ideologiche in quanto l’ insieme di questo impianto di spesa e con esso le necessità di costruire quadri statistici per l’ osservazione, si spiegano perchè si tratta di denari finalizzati a sollevare la società da rischi / bisogni a cui non si può (in molti casi diciamo non si vuole) dare altra soluzione. Pochi concetti ed ecco spiegato lo…. “ strano arcano” e le sue tipologie di trattamento. Sappiamo che il dato è socialmente complesso in termini di sistemazioni > collocazioni , ma in questo contesto non è il caso di soffermarsi troppo su questo. Brutalmente, in termini di pragmatismo arcaico - normativo si tratta di denari spesi per la protezione sociale dei “ normali “ per proteggersi da noi altri “ anormali “ !...
Questo è, sic et sempliciter!
Andando alla specifica fonte di diritto, tutto ciò deriva coerentemente da quel famigerato TUPS degli anni trenta (A ° VIII ° “ era fascista “….) ed è legittimato dall’ ultima riforma del TU sull’ assistenza (5). Per inciso, ancora oggi in molti si domandano perché fino a pochi anni fa le provvidenze verso “ noi altri “ venivano erogate dal Ministero degli Interni….
Che c’ entrava il Ministero della Polizia e dei Servizi Segreti con le pensioni per gli “ invalidi “?!...
C’ entrava, poi questo è mutato per motivi di sviluppo di altri meccanismi di controllo….
Stando a letture sistemiche, anche a chi non ha grande dimestichezza con il diritto appare lapalissiano che si tratta di impianti da fonte illegittima , stratificatamene contrastante con la COSTITUZIONE REPUBBLICANA e con la CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE DISABILI > CARTA DEI DIRITTI DEI CITTADI DELL’ U E. Evidentemente si tratta di fattispecie ignorate nello spazio e nel tempo per questioni di opportunità (opportunismi) - controllo politico…..un pascolo abusivo in gran parte spiegabile a causa della nostra nota - patologica mancanza di rappresentanza politica!
Stando al “ CONTO “ , in tali ambiti l’ ISTAT lavora una serie di “ specifici – speciali tipi di numeri “ finalizzati ad analizzare particolari aspetti della spesa a cui “ deve “ far fronte la nazione. Tale indirizzo è integrato – parametricizzato con una parte degli stati dell’ U E (6). Anche questo è un tratto di ESSENZIALE importanza sul quale torneremo.
Abbiamo così potuto constatare che tale quadro conoscitivo consta di varie voci , ma alla luce dei nostri interessi (qui ipotesi di studio) quella di maggiore peso attiene ai “ PRESIDI “, estendendo gli ambiti di controllo di spesa ad ogni referente assimilabile per omogeneità (7).
Le informazioni storiche su almeno delle annualità sono esistenti, ma le possibilità di consultazione appaiono…..” relativamente “ problematiche (8). Chiaramente….discorso analogo per quanto attiene i dati lavorati nel “ CONTO “ (9). Tutta la questione rappresenta un TEMA DI ESSENZIALE E PRIORITARIA IMPORTANZA che riprenderemo più avanti.
Il dato ulteriormente significante è che la rilevazione sui “ PRESIDI “ copre il 75 % dell’ UNIVERSO (10) e di conseguenza i dati di afflusso nel “ CONTO “ assumono un peso statistico in termini di generalizzabilità della potenza di un CENSIMENTO (11). Se un tema interessa…..non si bada al risparmio!....
La provenienza di quei dati è del Ministero della Sanità e parallelamente risalgono ad elaborazioni ISTAT da fonte PPAA. Il tipo di indagine è di profilo nazionale disaggregata per Province - Regioni. Lo studio prende in considerazione alcune variabili – indici a forte standardizzazione. Tale carattere, in forma di enunciato per titoli a tema, è presente in ogni SCHEDA.
Stando ai “ PRESIDI “ , eccetto per quella che secondo la nostra ipotesi è la variabile indipendente, i restanti indici analizzati sono relativamente poco interessanti in termini di analisi sociologica ad indirizzo tematico. Infatti, sappiamo quali sono le condizioni – qualità di vita presso gli “ Asylums “, un classico della sociologia da “ area studies “. Questo non esclude che sarebbe comunque interessante scoperchiare taluni tombini tipicamente italiani, specialmente nel Mezzogiorno! Volendo approfondire, basta andare a verificare quelle problematicità e dubbi già espressi con l’altro elaborato a tema presente su questo sito (apre altro documento)
Tornando alla variabile indipendente, essa è rispondente a quanto cerchiamo vanamente da anni, essa ha un peso ponderale ENORME perché reca molti significati ed effetti potenziali. Rendiamoci conto che è la chiave di volta per avviarci verso quel famigerato e tanto atteso quadro conoscitivo della realtà: LA QUANTIFICAZIONE DELLA SPESA (AL SALDO < > DISAGGREGATA) A CARICO DELLA COLLETTIVITA’, AD APPANNAGGIO DEI SERRAGLI - ISTITUZIONI TOTALI !!!
Sottolineiamo che questa acquisizione assume maggiore forza sapendo che una rappresentatività della variabile monetaria di tale ampiezza ha un peso di portata INCONFUTABILE! Non a caso che in questa indagine l’ unità di rilevazione / analisi vorrebbe contemplare i concetti di protezione sociale e quello di protezione finanziaria (12). Circa la protezione sociale, già si è visto di che panni veste….in merito alla sedicente “ protezione finanziaria “e qui si gioca la sfida: “ Il nostro sapere dice che la VITA INDIPENDENTE (finanche incluso il più banale assistentato domiciliare) è l’ unica che offre protezione finanziaria – razionalizzazione di spesa per il danaro pubblico “ !!!
Ad esempio, la Regione Piemonte costituisce un campione non probabilistico che conferma l' impostazione seguita dall' ISTAT. Infatti, nell' apposito sito ufficiale sulle prestazioni assistenziali da fattispecie " INSERIMENTO IN PRESIDIO " , vi è solo una descrizione generico - sintetica circa un indirizzo di spesa. E' evidente che si tratta della medesima faccenda " PRESIDI - CONTO " , ma nulla è dato sapere sull' articolazione quantitativa - qualitativa dei numeri.
Però vi è di peggio....da una panoramica in rete, si può constatare che varie altre Regioni sbrigano la faccenda in modo molto più risoluto - rudimentale: non la trattano!
I serragli possono offrire solo lauta protezione lucrativa per soggetti di varia risma!…..
A tutti gli scettici, conservatori e negazionisti a questo punto diciamo: “ Signori, mettete fuori i dati e verifichiamo chi a ragione e chi ha torto! Però qui si tratta di stanare…..quelli del vecchio paradigma….non pensiamo di produrre meri appelli.
Le rilevazioni sono cadenzate, ma tutti i dati ISTAT precedenti al 2000 sono “ disponibili “, ma NON PUBBLICATI IN RETE, come precisato sul sito web dall’ ISTAT. Questo vuol dire che…. “ sarebbero “ (S. Tommaso è d’ obbligo…) disponibili in forma cartacea presso le biblioteche ISTAT decentrate sul territorio(13). Non resta che verificare….
Intanto, ponendo ed esempio cosa può significare una scelta ideologica, basta notare che l’ ISTAT ha optato di immettere in rete i dati su disabili e sport!…..
Tornando a quei dati cartacei, è da rilevare che sono patrimonio disponibile della contabilità afferente alle istituzioni nazionali - internazionali, ovvero RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO, CORTE DEI CONTI, COMMISSIONE EUROPEA (14), ed all’ occorrenza CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA.
Inoltre, si deve sapere che il “ CONTO “ non enuclea in modo finito tutte le spese per la disabilità, malgrado esse siano molto più facilmente ricostruibili a partire da questo sistema statistico. Tale tratto nulla toglie all’ importanza di ciò che è al nostro cospetto: dimostra ancora una volta che il
“ CONTO “ è strettamente mirato a ciò che preme sapere, ma potrebbe essere arricchito da ulteriori variabili.
Tirando le somme, da ciò che è dato capire si tratta di uno studio RILEVANTE fatto per addetti ai lavori da APPARATI e finalizzato a riprodurre INDIRIZZI POLITICI già dati altrove.
Questo produce danni e deve essere MUTATO.
“ Problematicità verso l’ accesso ai dati: percorsi per l’ acquisizione – utilizzo “ ;
Malgrado LA RILEVANZA di aver messo in luce la fonte di ciò che da tempo vanamente cercavamo, questo non significa che SIAMO IN POSSESSO DI QUEI DATI . Attenzione capire questo passaggio è un tratto essenziale per evitare equivoci - illusioni > delusioni e stagnazioni.
A tutti gli effetti, comunque siamo al cospetto di un ennesimo DIRITTO INESIGIBILE. Nello specifico si tratta di un anomalo caso per “ occultamento “ > disconoscimento da ignavia. In sostanza, si tratta di un caso concreto di inesigibilità applicata alla conoscenza. La statistica è conoscenza che pesa ed all’ ISTAT e dintorni sanno bene che presso l’ unviverso disabilità la conoscenza è uno dei punti dolenti…..
Anche se trattiamo di materiale da biblioteca pubblica, le premesse sono chiare….. vi sono vari indici che da tempo dimostrano un’ evidente riottosità negazionista da parte delle istituzioni. I motivi sono vari e sistemico - complessi….certamente non rientranti negli interessi diffusi del sistema paese e delle comuni persone disabili! Altrove questo potrebbe pesare a favore della nostra causa, ma non in un paese conciato come l’ Italia. Per intendere talune perversioni politico – istituzionali, basta rispondere a quel famoso “ QUI PRODEST “ ? (= a chi giova?...) di dottrina romana. Ovvero, questa è una vecchia storia costellata da resistenze consociative da rendite di posizione. Per vari motivi in questo ambito innescare il mutamento non è un atto semplice, tanto meno rapido.
Del resto sarebbe a dir poco ingenuo non capire che quei presupposti tipicamente riconducibili alle resistenze da del vecchio modello ci sono tutti : 1) Malgrado talune posizioni favorevoli (segnatamente generiche - occasionali) delle parti più predominanti del “ movimento “ per la vita indipendente, giammai si è giunti ad istanze chiare e decise per l’ acquisizione di questi dati; 2) Alcune posizioni (remissive - contraddittorie, di maniera) delle svariate organizzazioni di
“ rappresentanza “di fatto nulla hanno prodotto in proposito; 3) Ministeri , Regioni ed altri enti, varie volte e da varie parti , nel tempo sono stati sollecitati a fornire questi dati. Le risposte sono state sempre assenti , vaghe o adducenti l’ inesistenza dei medesimi; 4) Tali tipi di posizioni sono definibili come standardizzate, comuni a partiti (dinamiche dissensi / consensi) e sindacati (protezione delle maestranze, sovente corporativa). Queste posizioni sono generalizzabili, al di là degli schieramenti e sigle; 5) gli altri movimenti politici – associazioni di cittadini non espressamente rivolti alla disabilità , anche per nostri limiti, sostanzialmente sono alieni a questi fatti; 6) La Chiesa ha posizioni notoriamente protezionistiche verso quelle strutture custodialistiche, è evidente che la mancata firma del VATICANO alla “ CONVENZIONE ONU “ si spiega fortemente in questa chiave.
Da questo quadro sistemico si possono intendere le posizioni dell’ ISTAT , queste sono leggibili secondo chiari indici: a) Nell’ ambito del sito web dell’ ISTAT , la sezione denominata
“ disabilitàincifre “ ha una collocazione decentrata , poco visibile (marginale). A sua volta, la scheda di riferimento analitico del “ CONTO “ (incluse le altre assimilabili) è situata in posizione di nicchia virtuale e resta il dato di fatto che l’ accesso ai dati appare come
“ latentemente “…. occluso (occludere, occultare > “ OMISSIS “ = tralasciare);
b) Notoriamente, anche a mezzo passaggi istituzionali piuttosto recenti, l’ ISTAT ha negato l’ esistenza di dati statistici in merito ad i cosi detti “ ricoveri “ (15) . Tale posizione suscita riflessioni….comunque il segnale è inaccettabile e molto grave! Roba da far cadere le braccia, con un eufemismo…..potremmo sostenere che si trattava di una “ congettura” , finalmente confutata - documentata; c) Constatando che altri dati classificabili come meno prioritari - rilevanti a rigore di semplice buon senso culturale sono stati immessi in rete, per intendere questo non riusciamo a trovare una spiegazione migliore della discriminante ideologica.
Insomma, siamo al cospetto di una materia stratificata e complessa. Essa è identificabile > dipanabile secondo varie dimensioni e livelli.
In ogni caso qui occorre una svolta, in tempi rapidi…..altrimenti tutti (in vero, non proprio tutti….) nei serragli, come si evince dai medesimi dati ISTAT (16).
Questo dato impone l’ urgente necessità di recepire altri contenuti – modalità in materia di WELFARE STATE. A questo, si stratifica un'altra questione: “ L’ entrata a regime della riforma del TITOLO V della Costituzione Italiana ed il conseguente Federalismo Fiscale. In altri termini le risorse a mezzo trasferimenti dovranno essere ponderate – mirate. Diciamolo: verso talune Regioni, un obolo ben centellinato!.... Allora, quale sarà l’ opzione fra le seguenti: A) Supportare le persone disabili per un’ integrazione – inclusione sociale da ottimizzare; B) Mantenere a regime (di fatto incrementare) il sistema assistenzialistico dei serragli.
A fronte di questi nodi altre nazioni dell’ area centrale del sistema mondo stanno fornendo risposte adeguate, altre stanno iniziando. Noi, immersi nel vecchiume, al contrario!
Intanto tutta la materia si impone perchè in continuità con quei rapidi mutamenti imposti dal sistema mondo. Attenzione, l’ attuale congiuntura dell’ economia mondo, in relazione alle fragilità italiane pone le persone disabili sull’ orlo del precipizio. In molti gia vi sono caduti!!! Alla faccia delle solite chiacchiere retoriche sul dopo di noi!... Il dopo…..per molti è già stato!!!...
A tutto questo nel campo della disabilità emergono letture geoculturali ancora troppo deboli, approssimate e di èlite. Il dato è generale, la dimensione italiana lo rafforza. E’ ora che si dia una svolta seria, anche partendo dal DOPO UNA PARTE DI LORO / NOI…..
La sola cultura non basta, detto presupposto si può concretizzare solo a mezzo di VERA azione politica. Esattamente ciò che manca!…..
Entrando in meriti concreti, innanzi tutto la “ via italiana “ è percorribile, ma non dovrebbe essere presa in assoluto. Questo per la stratificazione di ostracismi già argomentati….
Allora, bisogna costruire una strategia intorno al fatto che questa materia si giustappone a competenze - doveri distribuiti fra UE > COMMISSIONE EUROPEA – CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA. Qui bisogna avere la capacità di far diventare tali istituzioni dei referenti – interlocutori da RESPONSABILIZZARE. Il punto di partenza è articolabile secondo il seguente ordine di questioni: I) Intanto è evidente che presso la CE sono in possesso dei dati del “ CONTO “, inteso come variabile del SISTEMA EUROPEO DEI CONTI “ SEC. 95 “ (17) e dello
“ EUROPEAN COMMUNITY HOUSHOLD PANEL “(18). . E’ chiaro e che rispetto alle variabili contemplate la qualità – rappresentatività dei dati è condizionata da incomprensibili limiti in materia di soggetti “ in convivenze “(19). Evidentemente vi sono vari margini e livelli di correzione, ma attenzione: da oggi trattando di una fattispecie non più riducibile a mero….indirizzo assistenziale (questa, competenza degli stati membri), l’ Europa ha ampli margini di intervento. Nello specifico, ora le istituzioni UE sugli indirizzi devono dar conto ad i comuni cittadini disabili (ivi italiani) ed intervenire producendo AZIONI verso lo stato italiano; II) I passaggi precedenti vogliono introdurre che vi sono i presupposti giuridici affinché gli organismi di questa istituzione sono tenuti a trattare le tematiche della disabilità nel rispetto della “ CONVENZIONE “ e della “ CARTA “ . In termini più sbrigativi, non possono più continuare a liquidare la faccenda disabilità elargendo progetti europei ai soliti noti; III) Gli organismi europei devono intervenire verso lo stato italiano affinché si garantisca ad i cittadini disabili correttezza e trasparenza conoscitiva > operativa rispetto a ciò che li riguarda. Questo significa mettere in atto quel principio etico – giuridico ben noto alle istituzioni europee; il noto “ mai più su di noi, senza di noi”…. Si tratta di quel corretto bagaglio di concetti che a taluni tanto piacciono, ma per fare mera propaganda egocentrica alla….” Cicero pro domo sua “ !....
IV)Tale questione reca ben precisi risvolti in materia di razionalizzazione (risparmio) della spesa pubblica italiana. Questo sistema arcaico assistenzialistico crea DANNI IN MATERIA DI BILANCIO. Per ora , sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario! Per ora , diciamo che…. è questa la nostra scommessa di Pascal!..... Gli organi CE nella fattispecie di economia e bilancio hanno il DIRITTO < > DOVERE di intervenire verso gli stati membri!
V) Dai dati ISTAT già abbiamo appreso che in Italia è in atto un notevole trend verso le istituzioni totali (pagina ISTAT). Questo quadro della realtà è INACCETTABILE, esso entra in STRIDENTE CONTRASTO con i due istituti di diritto comunitario sopra citati.
VI) Ecco che qui si sono stratificati due grandi motivazioni. Tale stratificazione ha un carattere funzionale dotato della forza di integrarsi, producendo UN’ INTERFACCIA CON L’ EFFETTO DI UN SOLO INDIRIZZO PROGRAMMATICO !
Ecco cosa vuol dire avviare (finalmente) la costruzione di una nostra geocultura politica da SISTEMA MONDO, proiettandosi in contenuti > strategie verso una profonda ri – definizione REALE del sistema dei diritti UNIVERSALI (DIFFUSI) delle persone disabili comuni.
Da questo quadro discende che…..nel migliore dei casi si è agli inizi di un percorso nel quale prioritariamente bisogna sciogliere dei notevoli nodi programmatici & organizzativi, attingendo – ideando (da / con) altri contenuti – modalità di fare politica. A seguire, muovendosi fra ambiti politici e / o giudiziari. Di conseguenza una delle nostre priorità del momento consiste nel mettere mano a quei dati alla fonte!. Quelle statistiche devono uscire dagli archivi per divenire ciò che sono: uno strumento culturale - tecnico di proprietà collettiva. A sua volta, si dovrà iniziare costruire ciò che manca: uno vero strumento di AZIONE TRASVERSALE , un’ ORGANIZZAZIONE per il mutamento!!!
Per mettere in moto questa AZIONE bisogna fare i conti innanzi tutto fra noi, poi con gli altri…...senza perdere altro tempo in chiacchiere demagogiche!
Tutto questo necessita di VOLONTA’ E CORAGGIO per affrontare quei tanti nodi gordiani, ma con un vantaggio: sappiamo di cosa si tratta, dove grava il peso!.....
Una di queste palle al piede rappresenta ciò che ci accingiamo a proporre in termini di una prossima analisi statistica da quanto fornisce “ disabilitaincifre ” .
Intanto, da subito iniziamo questo percorso con il dare effetto concreto alla CHIAVE DI VOLTA!
Senza conclusioni;
E’ inequivocabile che questa si caratterizza per essere una faccenda tecnica tipicamente italiana. Questo carattere è reso dalla presenza di troppe “ variabili spurie “ discendenti fra posizioni culturalmente ambigue, sfilacciate - arcaiche & devianze politico lucrative…..
In ogni caso, delle conclusioni potranno essere tratte solo quando sarà portato a compimento un percorso a tema da nuovo paradigma per il mutamento. E’ evidente che rispetto a questo obbiettivo, malgrado l’ acquisizione di un grande elemento di novità, siamo solo agli inizi di un lavoro difficile che richiede partecipazione e pazienza. E’ da auspicare che questo si traduca in un IMPEGNO RIGOROSO.
Si, un impegno che richiede varie e diverse energie da dispiegare.
In merito a delle conclusioni sull’ itinerario presso “ disabilitàincifre “, queste le tireremo prossimamente, a compimento di questo obiettivo.
RIFERIMENTI
(1) SCHEDA “ B “ vai alla scheda B;
(2) SCHEDA “A “ vai alla scheda A ;
(3) SCHEDA “ C “ vai alla scheda C;
(4) SCHEDA “ A “ vai alla scheda A;
(5) M. Dogliotti,in “ Prospettive Assistenziali “, n ° 135 – 01;
(6) SCHEDA “ E “ vai alla scheda E;
(7) SCHEDA “ D “ vai alla scheda D;
(8) SCHEDA “ B “ vai alla scheda B;
(9) SCHEDA “ C “ vai alla scheda C;
(10) SCHEDA “ B “ vai alla scheda B;
(11) SCHEDA “ C “ vai alla scheda C;
(12) SCHEDA “ C “ vai alla scheda C;
(13) VEDI BIBLIOTECA ISTAT (apre il sito ISTAT);
(14) SCHEDA “ E “ vai alla scheda E;
(15) VEDI NOTA (7) PRECEDENTE ELABORATO A TEMA apre link su altro documento ;
(16) VEDI TALE ASPETTO IN PRECEDENTE ELABORATO A TEMA apre link su altro documento ;
(17) SCHEDA “ E “ vai alla scheda E ;
(18) SCHEDA “ E “ vai alla scheda E ;
(19) SCHEDA “ E “ vai alla scheda E.
Vai al secondo articolo sui dati ISTAT Organizzazioni no-profit 3
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