settembre 2009
LA III CONFERENZA CIRCA LE “ POLITICHE SULLA DISABILITA’ “ : UN BREVE ITINERARIO PER INTENDERE UN’ EGEMONIA DISTRIBUITA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO.
di Claudio Roberti
Manca poco per l’ apertura della “ III Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità “, evento ciclico che questa volta si terrà a Torino.
Con questo breve intervento mi riprometto di snodare una serie di questioni che molto probabilmente altrove verrebbero ignorate e / o minimizzate – distorte.
Quanto sosterrò al presente > futuro prossimo si deve intendere sostanzialmente stabile, vi sia o non una Conferenza a scartamento ridotto rispetto al programma originario. Nel caso si verifichi questa soluzione, cercheremo di focalizzarne gli ulteriori retroterra.
Intanto, vista la L. 162 / 98 questo evento cade in ritardo rispetto ai tempi previsti e ciò reitera quel che accadde per la scadenza precedente. Infatti, si tratterebbe di un evento a cadenza triennale, atto a fare il punto della situazione sulle politiche relative al triennio precedente e definire le linee programmatiche – guida per il triennio successivo. Come vedremo più avanti, la realpolitik che ci viene propinata dice che siamo molto lontani da tale presupposto.
Muovendo dal 1999 , la dicitura originale era “ Conferenza (…..) dell’ handicap “ e per ovvie ragioni (non per tutti tali) quel anglicismo è stato soppiantato da Disabilità. Però quel che non convince risiede nell’ uso inappropriato della preposizione articolata “ (….) della (….) “ , ma questo sarà un rendiconto finale….
A questo deve essere precisato che molto sovente tali irregolarità negli intervalli si verificano quando i criteri per determinare le politiche sono liberi - deboli, ovvero legati a mere discrezionalità dettate da alterne e / o altre finalità. Esprimendosi in forma didascalica, le finalità divaricate e / o giustapposte di chi governa & rappresenta, ma anche qui si avrà modo di tornare su quello che è un passaggio essenziale……..
Per iniziare a reperire gli indicatori per risalire a quanto affermato sopra basta andare a controllare cosa produssero / non produssero la I Conferenza di Roma del 1999 e la II di Bari del 2003. Pertanto, gradatamente proveremo a sintetizzare i passaggi più salienti di quegli eventi: innanzi tutto è significativo premettere che la I ^ Conferenza fu indetta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre la II e la III hanno avuto – avranno rispettivamente un profilo da deleghe in materia di Ministero salute > lavoro > affari sociali (welfare state). Tutto questo vuol dire che nel I ° caso (almeno implicitamente) si riconobbe che le questioni attinenti le persone disabili recano i caratteri di quella che è una complessità antropologica necessitante di approcci olistici. Bisogna riconoscere che quell’ esecutivo ne prese atto in termini di determinazione politica. Ciò fu tale almeno nell’ impostazione di partenza. Di contro, con gli eventi successivi si è regrediti a forme di letture parcellizzate secondo un criterio dettato dal voler semplificare per necessità culturali > ideologiche. In termini più tangibili, tale ultima scelta ha comportato che già in partenza alla materia possono accedere – rispondere i Ministeri “ più comodi / meno scomodi “ . Ecco che i ministeri con deleghe in materia di economia politica – politica economica e quelli in materia di relazioni internazionali ed altri, sono esonerati dalla tematica su cui conferire. Da qui, tale scelta legittima la seguente batteria di domande: Come la metteremo con quella molteplicità di questioni inerenti dette deleghe? Ovvero, in materia di indirizzo e controllo quantitativo / qualitativo della spesa chi sarà l’ interlocutore? Semplice, si è orchestrata la cosa in forma che a Torino si replichi Bari , ovvero non vi sarà interlocutore! Dietro questo indirizzo squisitamente ideologico > retrivo vi è l’ idea che in materia di disabilità il Ministero che accorpa le competenze economiche deve solo controllare per tagliare – eludere - erodere. Insomma , quel Ministero si deve interessare di quel fardello chiamato disabili solo in nome della vecchia e tanto cara manfrina demagogico – propagandista dei “ falsi invalidi su cui dare un serio (eterno) giro di vite “ !........ Francamente, quel macigno detto falsi invalidi ci ricorda le famose fatiche di Sisifo!.....
Però, se si tratta di recepire il vero antidoto ai falsi invalidi , ovvero gli ICF – OMS, tutti menano il can per l’ aia!....Non a caso fra questi svetta innanzi tutto chi vigila solertemente sulla spesa per razionalizzarla!......Anzi, restando a quel pozzo senza fine…. etichettato falsi invalidi sarebbe ora che si tirassero fuori dei dati quantitativo – qualitativi , visto che si accampano tante certezza granitiche. Un fatto è certo, troppe volte si è tagliato il giusto al posto del peccatore. E’ notorio che chi è debole coni forti in seguito è stato solerte nell’ aggiustare le normative ad arte per continuare ad essere forte con i deboli!........
Presso la “ III ^ Conferenza (….) “ , come - con chi – con quali prospettive concrete si discuterà di tali aspetti? A sua volta, si potrà porre adeguatamente la questione del rapido e progressivo impoverimento relativo (vedi pensioni – accompagno) delle persone disabili adulte (orfane – non) comuni non occupate?! Insomma, si tratta di quelle persone disabili destinate prima o dopo a passare dalla propria abitazione ai serragli o peggio!..... Inoltre, è bene capire che la povertà relativa (anche quella assoluta) in condizione di disabilità ha peso ponderale > effetti molto diversi rispetto a quella dei cosi detti “ normodotati “. Chiaro?!.....A tal proposito, chi si occupa di controllo - razionalizzazione della spesa nell’ interesse del sistema paese, dovrebbe spiegare quale delle due seguenti situazioni è più conveniente in termini di utilitarismo pecuniario: favorire la permanenza a casa o la “ deportazione “ nei serragli?!.....Tutti quelli che amano tanto fare elucubrazioni su presa in carico – inclusione, perché eludono accuratamente tali fatti contestuali? Forse sono scomodi?.... Perchè?......Sta di fatto che già nell’ ambito della Conferenza di Roma chi scrive trovò la forma di intrufolare questo tema alieno , ma vi furono solo risposte tanto vaghe quanto infastidite. Un reagire posto sul confine fra intolleranza ed isteria!...
Intanto, i dati ISTAT fanno emergere una tendenza ad incremento dei “ ricoveri “ ed il dato è tanto inconfutabile quanto grave perché imbevuto di una serie di negatività ad effetti multipli! Altro che il solito vecchio dopo di noi (genitoriale)……qui già siamo immersi nel dopo di noi medesimi!.........Su tutto questo si discuterà a Torino? Ammesso che accada….come , in che modo, con chi , tra chi, con quali finalità?!.....
Anche in materia di Vita Indipendente / spesa per le istituzioni totali occorrerebbe un interlocutore con deleghe in economia. In ogni caso, un interlocutore serio. Rispetto a tale dicotomia questa presenza servirebbe indispensabilmente per spiegare una serie di mancanze, contraddizioni e punti oscuri. Più precisamente, oggi pare di essere al cospetto di uno sviluppo combinato - diseguale, specialmente nel Mezzogiorno. Ovvero, a fronte di un pullulare di istituzioni totali, niente V. I, (attenzione, il niente V. I. è solo per i disabili comuni)!.... Nel complesso, si tratta di quei punti emersi fra le articolazioni dello studio ISTAT di “ disabilitàincifre “, stranamente leggibile solo in forma latente – criptata.
Anche le notorie discriminazioni fra disabili in materia di trattamenti economici (pensioni – accompagni ciechi / invalidi civili, tanto per essere più chiari) , meriterebbero spiegazioni qualificate (multiple), mirate e finalizzate a chiarire e risolvere una vergogna etica destituita di ogni legittimità giuridica e retta solo da privilegi corporativi, protervia e mancanza di rappresentatività da parte delle persone disabili comuni! Su questa altra ingiustizia come la metteremo a Torino? Le premesse dicono come a Roma e Bari!.........
A sua volta l’ insieme di questi temi si richiama ad i tanto invocati e celebrati LIVEAS e rispetto a questa Araba Fenice dove la mettiamo in termini di confronti operativi?!.......
Si decanta tanto il federalismo, la panacea di tutti i mali, ma presso la Conferenze di Torino non vi è traccia delle 20 Regioni, eccetto che per la Regione Piemonte. Però si tratta della Regione ospitante, a cui è stato dato un ruolo più cerimoniale - formale che sostanziale. La stessa Conferenza delle Regioni è discutibilmente assente. Nell’ insieme la presenza delle Regioni si riduce a mere rappresentanze da tavola rotonda fra funzionari tecnici !.... Disse F. Ferrarotti , (cito a memoria) : “ Il funzionario fuori dalle sue funzioni è defunto “. In sostanza le Regioni non ci saranno e talune con piacere…..
Passando ad esempio concreto, per me spastico napoletano, sarebbe utile andare a Torino (a mie spese) per sapere se alla Regione Campania sono eruditi in materia di V. I. ?........Però dico a me stesso che non bisogna essere mal pensanti: “ Certamente sono stati illuminati come si deve, per nostro sommo gaudio (quanta grazia…) in Campania vi sono illustri figure che avranno pensato a renderli edotti” !!!.......
Chiudendo con le competenze in materia di economia – finanza, visto che si sostiene che non vi sono quattrini per i disabili (attenzione, dipende quali, dove….) allora chi governa la materia dovrebbe spiegare i perché e le soluzioni verso un ‘evasione – elusione fiscale dai tratti endemici e mastodontici!
Attenzione, attuare la C. ONU > L. 18 / 09 non significa solo finanziare l’ Osservatorio come da Art. 3 , altrimenti quei 40 (plenum) osservatori finirebbero per applicarsi solertemente a scoprire… il fenomeno dell’ acqua calda! Loro ci ricorderebbero i 40 ladroni, i disabili comuni si beccherebbero l’ ennesima inesigibilità in salsa geoculturale cotta all’ italiana!....
In ogni caso non basta solo stigmatizzare, fermarsi a questo senza intendere. Vista la C. ONU, uno dei compiti cruciali del Ministro del Lavoro (….) sarà quello di ottemperare a quanto stabilito dalla L. 18 / 09. Si tratta dell’ Art. 3, dove questi istituisce l’ “ Osservatorio (….) “ ed il passaggio è comunque cruciale perché le variabili in gioco saranno tante e di notevole peso. Attenzione, detto Osservatorio inciderà comunque fortemente , malgrado non esclusivamente, sull’ esigibilità della C. ONU secondo tutta la materia. Ciò vuol dire che si tratta di un qualcosa che merita molta attenzione. A sua volta, inevitabilmente tale organismo costituirà una fortissima attrattiva in termini di esercizio, mantenimento, rafforzamento del potere in tutti i suoi risvolti da grandi privilegi. Ovvero, sarà una colossale calamita da parte delle varie e notorie nomenklature.
Oltre al ritardo nei tempi, cosa si sa in merito ai contenuti – criteri di tale disciplina? Di questo si discuterà presso la Conferenza? Se si, tra chi – come e per quali finalità?!
Il grande pericolo è che si tratti di una pietanza di quelle pre – cotte, da riscaldare e somministrare al momento giusto. Evidentemente vi sono tutte le premesse affinché le persone disabili comuni hanno l’ obbligo di attrezzarsi per tentare di evitare un’ ennesima grande fregatura di portata e conseguenze geopolitiche!!...
Qui si dovrebbe sapere se e come la Conferenza (….) come da L. 162 / 98 si correla alla C. ONU > L 18 / 09. Oppure si tratta di due entità avulse che viaggiano separatamente?...... Certo, i presupposi dicono che di questo si tratta, malgrado eventuali riferimenti estemporanei!......
Chiaramente, appare evidente che rispetto alle questioni qui poste in rassegna il Ministro del Lavoro (….) può e deve dare la sua parte di risposte, malgrado i dubbi inerenti un suo essere presente alterno, fluttuante…..amletico. Infatti, c’ è…..non c’ è , viene all’ inizio o alla fine?!...... Anzi, a fronte di questi dubbi vi è qualche mal pensante che collega questo amletismo al fatto che il “ Fondo nazionale sulle non autosufficienze “ non è stato finanziato! Ossia, non saprebbe cosa inventarsi, finanche su questo punto cosi cruciale!
Però il fixing del momento dice (dicitur) che vi sarà per le conclusioni. Che dire, vedremo……..
Ovviamente , per quanto concerne i responsabili di Dicasteri in materia di Trasporti, Lavori Pubblici , Turismo………è inutile perdere tempo aspettando - cercando Godot…..
Fra quelle assenze appare molto interessante quella del Ministro e / o Sottosegretario alle Pari opportunità. Infatti, tale vuoto calza a pennello con quel grandissimo cliché culturale che vuole il disabile né maschio né femmina, ma un corpo a desinenza neutra!........Di conseguenza le donne disabili cosa avrebbero a che vedere con le deleghe di quel Ministero? Nulla, ovviamente!.... E’ con la C. ONU come la mettiamo?....Che c’ entra, quello è un altro argomento, un altro slogan!........
Essendo il tema di cui sopra (con altri) di portata politico – culturale, in quelle date dove sarà il Ministro della Cultura?...Non sappiamo, ma di certo in altre faccende affaccendato!......
Trattare di cultura significa ricordarsi del Ministro dell’ istruzione. Bene, qui subentrerebbero tutte le questioni inerenti dei meri inserimenti (da qualche anno regredenti…..), magari positivi 30 anni fa ed oggi edulcorati per presentare un’ integrazione – inclusione lontana e / o solo occasionale. Trattare tutto questo significherebbe entrare nell’ ambito della qualità, in un discorso fondamentale da iniziarsi dal ciclo dell’ obbligo, per finire all‘ Università. Ovviamente a Torino sarà un’ altra lettera morta!
Passando alla necessità di presenze di Ministeri con deleghe esterne, per dirla all’ inglese, significherebbe rispondere all’ obbligo di lavorare sullo scacchiere rispetto alla tematica. E’ sempre necessario sottolineare che anche i temi della disabilità sono geopolitici – geoculturali. Qui non è solo in gioco l’ ONU – OMS , ma vi sono competenze della stessa U E con tutte le sue istituzioni. Anche qui le domande e le questioni da porre sul tappeto sarebbero tante. Nello specifico alla U E andrebbero poste una serie di articolazioni inerenti fatti già accennati e non, leggendoli secondo loro obblighi e prerogative. Si tratta di questioni tecniche inerenti diritti – doveri, materia su cui la U. E. si sottrae per ignavia e / o comodità. Però è pre – ordinato che anche questo resti lettera morta, visto che probabilmente si sarà al cospetto di meri funzionari!........ Dal programma originario si evincono delle presenze di questa tipologia (per approssimazione) , ma mancano i referenti istituzionali italiani e degli interlocutori che portino i bisogni – istanza delle persone disabili in forma non manierista!.....
A suggello della rassegna degli assenti, gli stessi sindacati, dove saranno?.... Non dovrebbero dire la loro in un evento del genere?.....Almeno in materia di esigibilità del diritto – dovere all’ istruzione – formazione > al lavoro mirato, avrebbero potuto dire qualcosa?!........Dare qualche spiegazione su “talune” incongruenze e / o vuoti, anche in materia di V. I. ?!.........Macché , evidentemente anche questo è un volere troppo!.......
Non si potrebbe asserire che tutte le articolazioni sin qui dipanate nascano dal nulla oppure sorgano ora all’ improvviso, senza sapere da dove. Per questo è importante continuare a disegnare un minimo di memoriale di ciò che accadde a Roma e Bari. Chi scrive fu presente sul campo in entrambi gli avvenimenti. Allora, cosa possiamo ricordare ancora delle prime due Conferenze? Bene, eccetto che per Roma dove se non altro si stesero (molto tardivamente) le premesse che portarono a porre la questione statistica sfociata in “ disabilitàincifre “ dell’ ISTAT , ma oltre a ciò da quel contesto non ci è giunto nulla di significativo – esigibile da ricordare in positivo. Infatti, da quell’ ambito emerse piuttosto chiaramente l’ inesigibilità delle norme, fra cui innanzi tutto la 162 /98 in materia di V. I. Sappiamo che non scaturì alcuna linea programmatica atta a modificare quella situazione. Ora siamo nel 2009 e tale inesigibilità si è calcificata secondo disegni geografici molto chiari.
Per quanto concerne la Conferenza di Bari del 2003, questa fu strutturata per vivere di rendita sul fatto che il Consiglio d’ Europa aveva dedicato quell’ anno alle persone disabili. Da lì , fiumi di buoni propositi e retorica in quantità industriale veicolata con mezzi postindustriali. L’ ipocrisia buonista elevata a strumento di controllo politico.
Per verificare - misurare tutto questo basta andare controllare cosa è accaduto dal 03 ad oggi ; solo tagli verso i finanziamenti delle leggi di settore, frantumazioni esasperate e recite a soggetto. Eccetto che per alcuni ordini di particolarismi- privilegi , ciò che era inesigibile è divenuto ancor più tale!......
Presso la Conferenza di Roma vi fu un minimo spazio di parola concesso alle persone disabili comuni. Troppo scomodo, a Bari svanì. A Torino cosa accadrà?....Leggendo il programma (quale che sia) della III Conferenza (…..) , è evidente che vi è una netta predominanza a favore del ceto politico di governo (attenzione, netta prevalenza delle seconde – terze linee…) interfacciato dai consueti apparati organizzativi di élites.
In ogni caso, quel programma (di fatto quello originario è il canovaccio di partenza) è piuttosto interessante, si presta ad ulteriori elementi di decodificazione ed approfondimento: Per quanto attiene alla Regione Piemonte, sarebbe il caso che quell’ intervento non si lasci ingabbiare nei canoni della mera ritualità da pre – apertura lavori.
Quella regione ha evidenziato molte cose fondamentali e decisive in materia di V. I. , dimostrando di poter essere Regione Capofila in materia di Linee Programmatiche - Guida al riguardo. Tale tratto reca una serie di significati da investire in una Conferenza che dovrebbe trattare delle politiche nazionali in materia di disabilità. Questo dato concreto è fortemente giustapposto al ruolo di CONSEQUOR , ovvero l’ unica organizzazione veramente radicata in Piemonte ed emergente a livello nazionale. Pertanto, un organismo dotato di requisiti tali da potere – volere esercitare autorevolmente pieno diritto di parola presso la Conferenza di Torino. Inoltre, oggi CONSEQUOR ha sviluppato contenuti per esercitare il diritto – dovere di critica – proposta su ogni ordine di questioni dirette & collaterali alla V. I. E’ bene che di questo dato di fatto politico – culturale si tenga conto! Nell’ abnorme miriade di associazioni che costellano il panorama italiano come da dati ISTAT, tali requisiti sono poco e male riscontrabili. Questo è bene che si sappia!
Stando all’ intervento del Sottosegretario al lavoro (…..) , è evidente che nel caso il Ministro sia altrove o tratterà le conclusioni, detta figura assumerà molto rilievo. Dall’ ultimo programma si evince che passerebbe all’ introduzione. Vi è da augurarsi che il Ministro Vicario nell’ introduzione ci dispensi da talune sue elucubrazioni teoretiche in materia di vita, dolore, sofferenza e risvolti affini. Di grazia, ci affranchi da questa tortura nella città dove F. Nietsche scrisse Ecce Homo!..........
Si attenga ad introdurre la questione in forme presentabili, magari dica qualcosa di interessante sui vari temi qui dipanati e ci comunichi qualcosa di concreto i merito al destino del “ Fondo (…)” !......Magari avvenisse tutto questo!........
Vi è dell’ altro: il Sottosegretario medesimo, discutendo recentemente di disabilità e lavoro, ha asserito che la materia necessita di attenta osservazione – monitoraggio. Certamente, ma francamente non avevamo un grande bisogno di un’ affermazione cosi generica, pleonastica. Piuttosto, preliminarmente qui è indispensabile che si capisca metodologicamente cosa s’ intende per collocamento mirato. Cosa si osserva se non sono stati assunti dei parametri concettuali rispetto a tale osservazione?..... Ecco che qui tornano gli ICF – OMS, quello scomodo enigma di cui è bello solo parlarne in libertà o prendere ispirazione (più o meno consapevole) per coniare quel bel aforisma per l’ evento di Torino. Ecco una scelta dal sicuro effetto teatrale: “ TUTTI UGUALI, TUTTI DIVERSI “. Una forma molto suggestiva per celare un .......tutto fumo, niente arrosto!.......
Stando ancora alla necessità di conoscere la realtà rispetto a quello che è dato di sapere con criteri scientifici , come mai alla Conferenza di Torino non vi è traccia dell’ ISTAT e di riflesso dell’ EUROSTAT?... Disabilitàincifre ed i suoi sviluppi (malgrado alcuni limiti) costituiscono un significativo strumento di conoscenza scientifica! Non a caso la C. ONU > L. 18 /09 rende funzioni sufficientemente chiare alla materia statistica. Come è possibile che una Conferenza atta a definire le politiche da mettere in atto su di un tema certamente complesso, non faccia riferimento allo strumento statistico fornito rispettivamente dall’ istituto nazionale – europeo di statistica?! Malgrado si tratti degli umici strumenti per accedere ad un quadro generalizzabile – attendibile della realtà?! Evidentemente questo si spiega dal fatto che i dati ISTAT mettono in luce una situazione scomoda e tendenzialmente regredente secondo quasi ogni ordine di questioni! Talvolta i dati ISTAT sono manipolabili, ma non quelli, sono troppo negativi per piegarli a taluni giochetti sofistici!! Riconoscere un ruolo a quei dati non conviene a nessuno: non è opportuno per chi governa , non lo è per chi rappresenta!.... Si, diciamolo ricorrendo a qualche licenza letteraria : “ Come li giri e come li volti…quei dati sputtanano” !!!.... Allora, è meglio tenere la “ delegittimante “ ISTAT fuori dalla celebrazione di questo rituale ciclico!......
Per quanto concerne la “ Lectio Magistralis “ della Prof. M. R. Saulle, certamente si tratta di un contributo di alto profilo scientifico – culturale. Dove bisogna riflettere è sul senso intenzionato di questa iniziativa; ovvero l’ investimento politico di ciò che emergerà da quella lezione, ammesso vi sia. Questo varrebbe a partire dai lavori della Conferenza medesima, fino alle politiche successive. Attenzione, l’ evento di Torino non ha finalità accademiche, non siamo all’ Università o presso un ‘ istituzione equivalente. In quel contesto si dovrebbero definire le politiche concrete in materia di disabilità e non di certo fermarsi a disegnare e rispecchiare ragionamenti meramente teorici. Le vicende reali delle persone disabili comuni non hanno bisogno di queste forme di trastullamenti! Pertanto, il fine immediato di quell’ intervento deve servire esclusivamente come strumento tecnico per orientare l’ azione politica e / o giudiziaria. Diversamente sarebbe solo un diversivo, malgrado culturalmente pregevole ed affascinante. In ogni caso, al cospetto di quella dottrina , ancora una volta pesa l’ assenza delle Regioni e di altri soggetti istituzionali da interfacciare. Questi passaggi sono imprescindibili, pena equivoci, inganni e strumentalizzazioni. Sgombrato il campo da queste distorsioni, da quella Lectio Magistralis le persone disabili comuni potrebbero trarre una serie di risposte > strumenti – molto utili in chiave di esigibilità della C. ONU > L. 18 / 09.
In ogni caso, dalle tematiche trattate in quella Lectio Magistralis già si può intendere che gli interlocutori sono parziali ed improvvisati all’ ultima ora, insomma inadeguati.
In merito alla “ Tavola rotonda “ , le sigle sono autorevoli, circa i protagonisti l’ enigma è tutto da verificare. In ogni caso non è chiaro di cosa discutano. Nell’ ipotesi si / ci intrattengano su approcci più o meno generici, non sarebbe difficile prevedere i risvolti di una chiacchierata del genere!........
Entrando nel merito dei “ Gruppi di lavoro “ , è evidente che questi sono stati costruiti attingendo dai contenuti portanti della C. ONU. Questo è un presupposto legittimo ed adeguato alla situazione geopolitica – geoculturale odierna. Le riserve sorgono in merito alla modalità nella ripartizione di quei gruppi, strutturati come dei rigidi compartimenti. In pratica la tematica viene parcellizzata (frantumata) in una serie di percorsi avulsi dal resto. L’ errore è concettuale e metodologico, in altri miei interventi sono entrato in questi ambiti epistemologici. Infatti, molti di quei temi non sono sviluppabili se isolati dal resto. La V. I. è uno di questi a causa della sua portata funzionale in chiave olistica. In altre parole, la V. I. ha caratteri di trasversalità rispetto a quella ripartizione! E’ possibile che stiamo ancora impantanati ad un livello cosi grettamente elementare ?!.....
Osservando quei gruppi di lavoro cosi strutturati, sembra di essere al cospetto di una sorta di “ Test Cloze “ , detto anche test di soppressione!........ Una barriera del genere a chi - che serve? Evidentemente è funzionale solo per rendere inesigibile l’ attività dei gruppi di lavoro. Dicevano i romani, “ Dividi et impera “ !....
A sua volta, è prassi democratica che in questi casi il lavoro deve confluire in un documento organico dal valore propositivo > di indirizzo, non in una serie di libere interpretazioni da parte di è stato pre – posto a “ condurre “ i gruppi di lavoro. Detto documento dovrebbe avere un valore politico in termini di analisi > proposta > indirizzo!
A questo punto non è peregrino ipotizzare che quei gruppi di lavoro siano stati concepiti nella funzione di parlatori da intrattenimento , dei meri sfogatoi di controllo del tutto fini a se stessi!........
Per quanto riguarda il resto del programma (originario – non ) si tratta della solita “ filosofia della prassi “ (nulla a che vedere con un'altra ben più nobile…) retta da protagonisti , contenuti e risvolti ben conosciuti.
Stando alla faccenda del programma , è comunque inproponibile – inricevibile che a qualche settimana dell’ avvio dei lavori non si sia ancora venuti a conoscenza di uno straccio di organigramma definitivo. A sua volta, il restringimento dei tempi si spiega in base a due ordini di motivi ben chiari: risparmiare su un tema politicamente poco attraente, sottrarsi il più possibile dal confronto. Circa i tempi di attesa del Programma Definitivo, ormai poco importa la data precisa quale sia……già siamo nella trascuratezza più surreale, ma non casuale. Inoltre, questa “ non curanza “ / “ vuoto di idee – contenuti “ , molto difficilmente si verificherebbe verso altre entità socialmente – politicamente aggregate.
In termini di governo della tematica, a sottendere l’ insieme di tale trattamento ricorrono quei significati ben chiari in termini di distribuzione continuativa di una linea passata da affermare al presente e futuro.
Nell’ intendere tutte quelle azioni passate in rassegna emerge che non si è al cospetto di “ Politiche della, ma sulla disabilità, “ altro che rispetto della “ Carta di Madrid > C. ONU > L. 18 /09 “!....
In un quadro generale dove la non sistematicità è elevata a sistema di relazione dei rapporti politici, il fai come meglio ti pare (come ti viene più comodo) costituisce un elemento di esercizio di una ben precisa volontà egemone, malgrado retta da una relazione di forza – consenso di tipo fumoso - falso.
In ogni caso, tutte quelle licenziosità consumate a nostro danno sono garantite dal fatto che politicamente viene registrato un grande contenitore - referente di “ controparte “ …. vuoto e / o debole - accomodante.
Fra le stesse cause che permettono le situazioni qui argomentate vi è sempre lo stesso problema : La mancanza di rappresentanza da parte dei bisogni – istanze delle persone disabili comuni. La medesima ed umiliante – avvilente situazione inerente quell’ ulteriore contrazione – castrazione del programma , per giunta a poco tempo dall’ evento, non è altro che l’ effetto ultimo di quella causa prima. Signori disabili comuni, quante altre Conferenze si dovranno ritualizzare per capire la sostanza reale di questi passaggi?!.........
Occorre che le persone disabili comuni abbiano il coraggio di guardarsi intorno e darsi una mossa verso altri modelli organizzativi! Non importa il nome e men che meno il soddisfacimento del protagonismo di questo e / o quella entità. La sostanzialità delle organizzazioni politiche è nei contenuti programmatici condivisi e nella trasparenza delle modalità democratiche, premiando innanzi tutto il ricambio.
Dice un vecchio adagio popolare: “ Non è mai troppo tardi “, ma questo non è vero in assoluto. Certamente potrebbe essere anche tardi se osserviamo le condizioni intrecciate - vorticose imposte dalla svolta epocale in cui siamo immersi. Questo è, ci piaccia o non.
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