Deliberazione n. 1486 del 2.12.2004, Sperimentazione di piani personalizzati di “vita  indipendente” a favore di persone con  grave disabilità motoria (BUR n. 134 del 17-12-2004)

 

LA GIUNTA REGIONALE,

 

-          VISTO il documento istruttorio, riportato in calce alla presente deliberazione, predisposto dal Servizio Politiche sociali ed integrazione socio-sanitaria dal quale si rileva la necessità di adottare il presente atto;

-          RITENUTO, per i motivi riportati nel predetto documento istruttorio e che vengono condivisi, di deliberare in merito;

-          VISTA la L.R. 19.2.2004 n. 3 di approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2004;

-          VISTA la L.R. 2.8.2004 n. 17 di assestamento del bilancio 2004;

-          VISTA l ‘attestazione della copertura finanziaria di cui all’art. 48 della L.r. 11.12.2001 n. 31;

-          VISTA la D.G.R. n. 175 del 2.3.2004 di approvazione del POA;

-          VISTA la D.G.R. n. 978 del 3.8.2004 del POA assestato;

-          VISTA la D.G.R. n. 1123 del 5.10.04 di variazione compensativa al programma operativo annuale 2004 che istituisce il capitolo n. 52803189 avente la seguente denominazione: “Spese per l’attuazione dei progetti integrati socio-sanitari – quota Sanità – cni/04”;

-          VISTO il parere favorevole di cui all’articolo 16, comma 1, lettera a) della L.r. 15.10.2001 n. 20 in ordine alla regolarità tecnica e sotto il profilo di legittimità, del dirigente del Servizio Politiche sociali ed integrazione socio-sanitaria;

-          VISTA la proposta del direttore del Dipartimento “Servizi alla Persona e alla Comunità “;

-          VISTO l’art. 25 dello Statuto regionale;

-           

 

Con la votazione, resa in forma palese, riportata a pagina 1

 

                                                             D E L I B E R A

 

-          di definire i seguenti criteri e modalità per la realizzazione di interventi volti a sperimentare, per la durata di un biennio, progetti di “Vita indipendente” in favore di persone con grave disabilità motoria, riservandosi, alla conclusione della sperimentazione, di definire percorsi e modalità per la prosecuzione dell’iniziativa:

 

 

FINALITA’ E OBIETTIVI

Il Progetto Vita Indipendente consiste nella sperimentazione di un’innovativa forma di assistenza alla persona con grave disabilità: l’assistenza personale autogestita, realizzata

da un assistente personale, scelto, assunto formato e retribuito direttamente dalla persona disabile sulla base di un piano personalizzato e l’assegnazione dei fondi necessari. 

 

L’assistenza personale autogestita permette alla persona con grave disabilità di operare le scelte che riguardano la propria vita quotidiana: alzarsi, vestirsi, lavarsi, andare in bagno, mangiare, uscire, studiare, lavorare, incontrare persone, viaggiare, divertirsi.

 

Consente, quindi alla persona disabile, di avvicinarsi ad una vita di pari opportunità rispetto alle persone senza disabilità, e di essere cittadino come tutti gli altri nel poter scegliere, organizzare e vivere la propria vita. L’assistenza personale, dunque, è lo strumento fondamentale per diminuire la dipendenza della persona con disabilità e le dipendenze che crea a chi gli sta vicino in quanto:

-          elimina la “carcerazione” domestica ed il ricorso improprio alle strutture residenziali;

-          sgrava la famiglia da impegni assistenziali obbligatori e continuativi;

-          rispetta la privacy della persona con disabilità che può scegliere come, da chi e quando farsi aiutare anche nelle funzioni quotidiane più intime e personali;

-          permette alla persona con disabilità di essere presente nel tessuto sociale, di studiare e di lavorare, aumentando il livello di formazione e di produttività;

-          permette ai familiari un eventuale ingresso o rientro nel mondo del lavoro;

-          offre posti di lavoro per gli assistenti, in regola, variabili per qualità, età, nazionalità, abilità o competenze, in un settore che oggi impiega prevalentemente lavoro nero;

-          apre spazi di libertà e di vita sociale alle persone disabili ed alle loro famiglie migliorandone la qualità della vita.

 

L’intervento di assistenza personale è alternativo ad ogni altro servizio di assistenza alla persona affine alle prestazioni di cui al presente progetto.

 

TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO

Gli interventi di aiuto per la vita indipendente sono personalizzati e finalizzati alle necessità individuali: essi comprendono la cura della persona, le attività domestiche, la mobilità e  tutte quelle azioni atte a garantire l’indipendenza e l’integrazione sociale.

 

 

DESTINATARI

Destinatari del progetto sperimentale sono le persone con gravi disabilità fisiche, di età compresa tra i 18 e 65 anni, che necessitano e richiedono di gestire autonomamente la propria assistenza.

I soggetti disabili devono manifestare capacità di autodeterminazione (indipendentemente dalla capacità e/o possibilità di comunicazione) e chiara volontà di gestire in modo autonomo la propria esistenza e le proprie scelte, consapevoli che l’assunzione di assistenti personali, individuati e formati direttamente, li vede impegnati nel ruolo di datori di lavoro con tutti i diritti e doveri che ne conseguono.

 

In fase sperimentale viene individuato il seguente ordine di priorità:

a)      persone che svolgono attività lavorativa;

b)      persone che stanno svolgendo un programma di inserimento lavorativo predisposto unitamente all’UMEA ed al Centro per l’impiego;

c)      persone inserite in contesti formativi e sociali.

In ogni caso l’assunzione di assistenti personali è finalizzata a garantire il raggiungimento/mantenimento del livello occupazionale ed  una piena integrazione sociale; a tale proposito, nel proprio piano personalizzato, gli interessati devono indicare quali positivi risultati a sostegno delle proprie esigenze e necessità comporti l’attuazione di un progetto di vita indipendente.

 

PERSONALE IMPIEGATO

L’ assistente personale è un operatore che interviene accanto alla persona disabile per aiutarla negli atti quotidiani compensando i suoi limiti funzionali, permettendole di realizzare delle attività, di integrarsi e di partecipare alla vita sociale. L’assistente personale può prestare la sua opera in ogni ambito ed in ogni circostanza (a domicilio, presso la sede di lavoro del disabile, durante il tempo libero, ecc). Agisce in base alle direttive della persona disabile al fine di raggiungere la sua completa autonomia. Questo

lavoro si svolge nell’ambito di una relazione umana fra due persone, relazione che esige un rispetto reciproco.

La persona con disabilità sceglie autonomamente i propri assistenti personali ed è tenuta a regolarizzarne il rapporto con un contratto di lavoro nel rispetto della normativa vigente.

E’ a carico della persona con disabilità ogni onere assicurativo o previdenziale riguardante gli assistenti impiegati.

Gli enti locali attuatori della sperimentazione del Progetto Vita Indipendente sono sollevati da qualsiasi onere e responsabilità sia relativamente all’osservanza di leggi e regolamenti, sia per qualunque atto od omissione da parte degli assistenti personali nei confronti della persona disabile o di terzi che possano comportare responsabilità amministrative, civili e penali.

La formazione degli assistenti è lasciata al richiedente, in considerazione delle specificità proprie di ciascuna disabilità e delle capacità di autogestione richieste a coloro che accedono ai progetti di vita indipendente.

 

Modalità di accesso

Per accedere al Progetto Vita Indipendente l’interessato deve presentare domanda, in carta semplice, al comune di residenza, corredata dei seguenti documenti:

-          copia della certificazione di handicap grave permanente ai sensi della L. 104/92;

-          piano personalizzato con indicazione degli obiettivi, descrizione delle necessità, indicazione di eventuali altri aiuti (servizio civile, volontariato, ecc) che concorrono alla realizzazione del proprio progetto di vita indipendente, quantificazione delle ore di assistenza personale richieste e relativi costi.

I comuni trasmettono copia della predetta documentazione al Comune capofila dell’ambito territoriale per gli adempimenti successivi.

 

 

SOGGETTI ATTUATORI DELLA SPERIMENTAZIONE DEL PROGETTO VITA INDIPENDENTE

I soggetti attuatori della sperimentazione sono gli enti locali ricompresi nei 24 Ambiti Territoriali definiti con DGR 337/2001 e DGR 592/2002.

 

Gli Ambiti Territoriali, in coerenza con gli indirizzi e le azioni realizzate per la costruzione del Piano di Zona, promuovono la collaborazione ed il coinvolgimento delle associazioni

dei disabili ed assicurano la corretta informazione dei cittadini sui principi ispiratori e le finalità del Progetto Vita Indipendente nonché sui criteri e le modalità di attuazione della sperimentazione dei piani personalizzati.

 

COSTITUZIONE E COMPITI DEL GRUPPO DI LAVORO D’AMBITO

In ogni Ambito Territoriale, il Comitato dei Sindaci,  su proposta del Coordinatore d’Ambito, costituisce  un Gruppo di lavoro interprofessionale  composto da:

-          il Coordinatore dell’Ambito Territoriale;

-          un rappresentante dell’UMEA, designato dal Direttore di Zona competente per territorio;

-          un operatore professionale,  esperto sulle problematiche e sui servizi per le disabilità;

-          un rappresentante delle associazioni dei disabili che promuovono la vita indipendente.

 

Salvo diversa indicazione del Comitato dei Sindaci, il Gruppo di lavoro individua un componente con funzione di referente dell’ambito per la sperimentazione del Progetto Vita Indipendente.

Il Gruppo di lavoro svolge i seguenti compiti:

a)      avvia, nel territorio dell’ambito, la diffusione della conoscenza delle finalità e degli scopi del progetto di “Vita indipendente” e svolge un’azione di accompagnamento nei riguardi delle persone potenzialmente interessate a sperimentale tale percorso individuale . A tale scopo individua un proprio referente che sarà adeguatamente formato, tramite un apposito corso attivato dall’amministrazione provinciale, e che seguirà le varie fasi attuative di cui al presente progetto;

b)      all’atto della presentazione delle domande di contributo da parte delle persone interessate, compie la valutazione dei progetti secondo modalità e criteri che saranno stabiliti con successiva deliberazione unitamente alle modalità e  tempi di presentazione delle domande.

 

Successivamente alla valutazione dei progetti, ciascun ambito territoriale sociale trasmette alla Provincia copia di tutte le singole documentazioni inerenti le istanze nonché le deliberazioni con le quali i comuni si impegnano al cofinanziamento nella misura minima del 30 per cento della spesa complessiva di ciascun piano personalizzato.

Ciascuna Provincia:

a)      svolge un’azione di coordinamento tra gli ambiti territoriali anche al fine di meglio orientare gli obiettivi, i percorsi e le progettualità alle finalità  proprie della “Vita indipendente”;

b)      organizza appositi corsi di formazione per favorire la conoscenza delle finalità e degli scopi che con i progetti di “Vita indipendente”; si intendono perseguire;

c)       attiva una cabina di regia per la valutazione dei progetti;

d)      provvede al successivo invio al Servizio Politiche sociali ed integrazione socio-sanitaria della Regione, dei progetti ritenuti meglio rispondenti ai criteri di cui alla presente deliberazione.

 

Il Servizio Politiche sociali ed integrazione socio-sanitaria della Regione istituisce un tavolo di concertazione con le Province ed operatori sociali competenti in materia di disabilità  per una valutazione complessiva dei piani personalizzati predisposti  e dei relativi costi in ordine alla rispondenza dei progetti ai principi ispiratori della vita indipendente al rispetto dei criteri per la sperimentazione alla concreta fattibilità e agli impegni assunti dagli enti

locali per la realizzazione degli interventi. Sulla base delle risultanze definite nel tavolo di concertazione il Servizio procede all’approvazione dei progetti ritenuti meritevoli di accoglimento e ne da comunicazione alle province e ai comuni capofila degli ambiti

territoriali sociali per i successivi adempimenti di competenza che verranno definiti con successiva deliberazione.

 

MODALITA’ DI RIPARTIZIONE DEL FONDO REGIONALE

Il fondo regionale destinato al cofinanziamento della sperimentazione del progetto di “Vita indipendente” , che, per la prima fase di avvio, ammonta a € 200.000,00, viene ripartito in parti uguali tra le amministrazioni provinciali le quali assumono la gestione contabile ed amministrativa del progetto. Inoltre è affidata alle Province, in raccordo  con il Servizio Politiche sociali ed integrazione socio-sanitaria della Regione, l’organizzazione e gestione di attività informativa-formativa specifica cui devono partecipare i referenti di ciascun ambito territoriale individuato all’interno del gruppo di lavoro previsto con la presente deliberazione.

Per lo svolgimento di tale attività informativa/formativa ogni provincia, dalla quota di stanziamento regionale assegnata, trattiene una somma che verrà successivamente individuata.

Con successiva deliberazione verranno individuati i tempi di presentazione e valutazione dei piani personalizzati nonché le modalità di liquidazione e di eventuale revoca dei contributi.

 

- L’onere derivante dall’adozione della presente deliberazione, pari a €   200.000,00, fa carico al cap.  5.28.03.189    del bilancio di previsione per l’anno 2004, approvato con L.R. 19.2.2004 n. 3.

 

 

 

 

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