Resoconto stenografico dell'Assemblea

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(Collocamento anticipato in quiescenza per coloro che prestano assistenza a familiari gravemente invalidi - n. 3-00800)
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00800 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 3).
MAURO FABRIS. Signor Presidente, «Sono il padre di una ragazza di 22 anni, disabile grave e non vedente. In un paese dove la pensione anticipata è stata regalata a molte categorie, da anni sono ferme in Parlamento proposte di legge per la concessione del prepensionamento a coloro che assistono i propri figli disabili gravi (...)»: comincia così la lettera che un padre disperato ha mandato a me, come penso a tanti altri colleghi.
Questa lettera continua: «Nella maggior parte dei casi, il disabile in condizioni di gravità dipende completamente dalla famiglia che si occupa di lui e, quando egli raggiunge la maggiore età e perde, quindi, la possibilità di partecipare alla vita scolastica, la sua stessa famiglia si trova di fronte a scelte terribili: lasciare il lavoro senza aver raggiunto l'età della pensione, e vivere di assistenzialismo, o affidare il proprio figlio ad un istituto-lager, di cui è tristemente ricca la cronaca di tutti i giorni».
Pertanto, chiedo al Governo di sapere, al di là delle leggi n. 104 del 1992 e n. 328...
PRESIDENTE. La prego di concludere!
MAURO FABRIS. ... del 2000, che cosa si stia facendo concretamente affinché possa essere riconosciuto il lavoro di cura prestato, nei confronti dei disabili gravi, dai genitori. Essi, infatti, chiedono, comunque, la garanzia di poter continuare a fornire tale assistenza.
PRESIDENTE. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

PAOLO FERRERO, Ministro della solidarietà sociale. Signor Presidente, vorrei innanzitutto fare una premessa. La presente interrogazione si colloca, per così dire, «a cavallo» di responsabilità diverse, poiché, come risulta evidente, concerne in primo luogo le questioni previdenziali.
Da questo punto di vista, onorevole Fabris, mi sono permesso di segnalare al collega che si occupa di lavoro e di previdenza sociale - al fine di portarlo all'esame del tavolo che si è aperto sulla riforma delle pensioni nel suo complesso - il tema da lei proposto, sottolineando come esso debba essere discusso nell'ambito più generale della riforma previdenziale.
Per quanto mi riguarda, penso che sarebbe opportuno riconoscere il lavoro di cura svolto da queste persone, in modo da consentire loro di ottenere il collocamento anticipato in quiescenza. Ciò, tuttavia, sarà oggetto di discussione nella sede prima indicata.
Per quanto attiene più direttamente alle mie competenze, invece, posso sottolineare che, come lei sicuramente saprà, con l'ultima legge finanziaria è stato costituito un fondo per la non autosufficienza. Vorrei rappresentare, inoltre, che, in queste settimane, il mio Ministero è impegnato nella predisposizione di un disegno di legge sulla non autosufficienza, il quale permetta allo Stato, finalmente, di intervenire a favore delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Ciò eviterà di scaricare il problema completamente sulle spalle delle singole persone, così come avviene oggi.
L'ipotesi sulla quale stiamo attualmente lavorando prevede che entro tre anni, nell'ambito di un percorso graduale, lo Stato intervenga sia attraverso una rete di servizi a favore di tutte le persone non autosufficienti (quindi, non solo gli anziani, ma anche tutte le categorie che versano in tale condizione), sia coniugando, in maniera ottimale, tale rete con i trasferimenti monetari.
Questo è il lavoro che sta svolgendo il mio Ministero, e quindi la risposta all'interrogazione in oggetto è la seguente.
Il quesito che attiene specificatamente alla materia previdenziale sarà oggetto di discussione al tavolo di concertazione sulla riforma previdenziale, alla cui valutazione è stato sottoposto. Per quanto riguarda la non autosufficienza, spero che, nel giro di poche settimane, il Consiglio dei ministri approvi un disegno di legge che sancisca finalmente, anche in questo paese, livelli essenziali di assistenza - vale a dire, diritti esigibili - per tutte le persone non autosufficienti, nonché per le loro famiglie, per far sì che vi sia un intervento diretto dello Stato a favore di tali soggetti.
PRESIDENTE. Il deputato Fabris ha facoltà di replicare, per due minuti.
MAURO FABRIS. Signor Presidente, ringrazio innanzitutto il ministro. Vorrei preliminarmente osservare che, quando si interroga il Governo, ci si attende ovviamente una risposta collegiale dello stesso. Quindi, comprendo la distinzione dei ruoli; tuttavia, è l'Esecutivo che decide chi risponde, in questa sede, a nome e per conto dell'Esecutivo stesso.
Comunque, la ringrazio lo stesso, signor ministro. È chiaro anche a me quanto questo Governo stia facendo per affrontare la questione delle famiglie e dei singoli che vivono, per l'appunto, il problema dell'handicap. Lei ha ricordato gli importanti interventi inseriti all'interno della legge finanziaria per il 2007.
Prendo atto di quanto lei si predispone a compiere nell'ambito dell'azione del Dicastero; ritengo, tuttavia, che si debba trovare il modo - ed è questione che impegnerà anche i gruppi parlamentari - di approvare presto le proposte che giacciono in Parlamento perché si riesca a collocare anticipatamente in quiescenza le lavoratrici ed i lavoratori con familiari affetti da handicap gravi.
Come lei ha ricordato, si deve peraltro sottolineare un aspetto, vale a dire il ruolo assegnato dalla legge n. 328 del 2000 alla famiglia quale luogo di cura da privilegiare delle persone affette da handicap. Bisogna, però, predisporre in tal senso un sistema integrato di interventi e di servizi sociali - misura che rientra pienamente nella competenza del suo Ministero - che abbia tale obiettivo come riferimento. Bisogna evitare di porre i singoli, le famiglie, i lavoratori e le lavoratrici di fronte alla drammatica prospettiva di dovere scegliere o il lavoro o l'assistenza, specialmente quando il portatore o la portatrice di handicap finiscono il ciclo di studi obbligatori e quindi grava, purtroppo, interamente sulle spalle della famiglia, che viene lasciata sola. In questo senso, le detrazioni fiscali, le agevolazioni per l'acquisto delle automobili e quanto previsto dalla 'nostra' finanziaria sono misure certamente utili; ma è chiaro che bisogna fare assolutamente di più. Lei ha definito la cura di tali persone come un lavoro usurante, che in quanto tale potrebbe portare ad un riconoscimento specifico delle attività svolte in famiglia.
PRESIDENTE. Deve concludere...
MAURO FABRIS. Credo che ciò sarebbe assolutamente giusto; spero davvero che il Governo assuma l'impegno da lei qui qualificato come prioritario in quanto si tratta veramente di un intervento di giustizia, in tutti i sensi (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).

(12 aprile 2007)
fonte: www.superabile.it

 

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