Incontro del 28 maggio in Regione Piemonte sulla situazione dei progetti di Vita Indipendente.

 

Presenti:

Per il Coordinamento Interassociativo: Fernando Imbriano, Piergiorgio Maggiorotti, Germano Tosi e Gino Bevilacqua.

Per l’assessorato: la dott.ssa Raffaella Vitale, Direttore regionale delle Politiche Sociali, la dott.ssa Antonietta Cozzolino, funzionaria addetta al tema della VI, ed un operatore amministrativo verbalizzante.

Il Coordinamento interassociativo di recente costituito su iniziativa di diverse realtà associative regionali evidenzia la necessità di riprendere il confronto a suo tempo interrotto, per ricreare le condizioni ottimali affinché il finanziamento dei progetti di VI abbia  continuità negli anni a venire, pur in presenza del nuovo asset economico: ciò significa che, a fronte delle inferiori  disponibilità, qualora si debba definire un inserimento più preciso del parametro reddituale nella definizione del contributo dovuto, questo dovrà avvenire tenendo conto di nostre indicazioni, calibrate sulle diversificate condizioni delle persone con disabilità.

La dott.ssa Vitale ha convenuto che tale concertazione tra assessorato e Coordinamento è necessaria e che è fattibile, escludendo al momento il coinvolgimento degli Enti Gestori, data la difficoltà, da lei stessa ammessa, incontrata dagli uffici regionali nel garantire l’applicazione da parte degli Enti stessi della delibera n. 1-2646 e delle linee guida. Il finanziamento regionale degli interventi sulla disabilità, ha affermato la dr.ssa Vitale, per il 2012 è stato confermato; egualmente sarà garantito il finanziamento necessario all’istituzione con legge regionale, prevista dal nuovo PSSR, del “Fondo regionale per la non autosufficienza”. Ha precisato che il finanziamento di tale fondo verrà prevalentemente coperto con risorse provenienti dal fondo sanitario regionale. Ha aggiunto che le DGR su relative la Vita Indipendente (con particolare riferimento alle ‘linee guida ed alla stessa DGR 1-2646) sono TUTTORA VIGENTI e quindi gli Enti Gestori devono rispettare gli impegni finanziari già assunti.

A proposito del problema dell’attuale difformità dei comportamenti degli Enti Gestori nell’applicazione della normativa vigente, implicante tagli al finanziamento di progetti di VI in essere, Germano Tosi ha portato l’esempio del ‘taglio’ del 15% effettuato dal Consorzio CISA 31 al progetto di VI suo e di un'altra persona con disabilità. Il ‘ridimensionamento’ è stato calcolato percentualizzando il valore ISEE ( che viene calcolato, com’è noto, a partire dal reddito e da una quota del valore del patrimonio mobiliare ed immobiliare) ed anche, nuovamente, il patrimonio immobiliare (peraltro già conteggiato per la definizione dell’ISEE), oltre alla presenza o meno di caregiver. Su tale questione gli interessati presenteranno ricorso interessando nuovamente il Difensore Civico Regionale.

La dr.ssa Vitale si è impegnata a chiedere chiarimenti sul metodo usato dal Consorzio CISA 31 –tramite la sua UMVD- nel definire le modalità di calcolo della contribuzione da parte dell’utente:da parte nostra si è richiesto che venga rappresentato allo stesso il pesante disagio e la possibile discriminazione che si verrebbe a creare, dal momento che verrebbero così modificati e di fatto interrotti progetti non alla loro scadenza  bensì a metà anno. Inoltre la Direzione regionale invierà richiesta agli Enti Gestori di dichiarare come vengano utilizzate le risorse derivanti da  eventuali rinunce al progetto di VI da parte di titolari degli stessi. A questo proposito si invita l’Assessorato nel verificare se la legge 7 agosto 1990 n° 214 art. 14, commi 1 e 2, possa essere utilizzata a salvaguardia di ogni possibile cambio dei criteri su regolamenti preventivamente definiti (si veda in fondo)*.

Il Coordinamento ha sollecitato la trasmissione di informazioni e dati sulla situazione attuale dei progetti di VI in modo tale che si possa ragionare a partire da numeri e criteri ed anche studiare modalità per un’ulteriore diffusione degli stessi, tenuto conto che il bacino dell’utenza potenziale  non potrà che essere in crescita. La dr.ssa Vitale si è dichiarata disponibile a cercare una valida soluzione, condivisa dal Coordinamento, volta a garantire continuità e specificità alla gestione dei finanziamenti per la Vita Indipendente.

Sono state espresse, successivamente, le seguenti indicazioni:

1. Come facilitare la continuità agli interventi per la VI?. Si propone di individuarla come livello essenziale (LEA) di domiciliarità indiretta (autogestita). Il suo finanziamento diverrebbe in tal modo competenza obbligatoria delle Aziende sanitarie locali, coerente con quanto avevamo gia’ condiviso e scritto nel nostro documento preparatorio all’incontro, vale a dire: “sviluppare il percorso della VI verso il suo riconoscimento come DIRITTO ESIGIBILE, quindi all’interno dei LEA, e non solo per le disabilità motorie, superando lo scoglio della compartecipazione o con  la definizione di esenzione (si veda la DGR sugli interventi a favore delle persone con forme terminali di SLA), o con l’adozione di adeguate franchigie solo al di sopra delle quali potrebbero essere previste forme di compartecipazione, tenendo comunque conto dei livelli di non-autosufficienza.”.

2. Sono stati, peraltro, evidenziati i limiti dell’inserimento dei progetti di VI nei LEA se legati ad un fondo specifico ma destinato ad esaurimento: potrebbe così crearsi una lista d’attesa che vedrebbe le condizioni di estrema “gravità” come parametro prevalente.

3. Anche il parametro del reddito deve comunque tener conto del fatto che proprio il mantenimento di una attività lavorativa rappresenta un obbiettivo di molti progetti di VI e conseguentemente il reddito che ne consegue, se utilizzato come indicazione prevalente/esclusivo (criterio ISEE) nella definizione del livello di contribuzione, potrebbe determinare una drastica riduzione del valore del contributo, contraddicendo le finalità dichiarate dagli stessi documenti regionali.

4. Si è sostenuto il fatto che le recenti delibere sul finanziamento di interventi destinati esclusivamente a persone con SLA, evidenziano una discriminazione fra disabili. E’ necessario invece sottolineare che la scelta di attivare un progetto di VI  deve essere reso possibile a tutte le persone con disabilità, indipendentemente dalla patologia diagnosticata, a condizione che sussistano le condizioni definite dalla ‘linee guida’ (che devono comunque essere oggetto di revisione ed aggiornamento).

5. E’ stato presentato il caso di una persona disabile che attualmente vive in una struttura presso Novara come esempio di pessimo utilizzo delle risorse pubbliche, ricordato inoltre il caso di R. (persona disabile di Carmagnola), titolare di un progetto di VI economicamente pesante per la società e tuttavia di costo inferiore al suo ricovero in Istituto nonché qualitativamente più accetto dall’interessata.

6. Il Coordinamento è disponibile a collaborare con l'Assessorato nel monitorare sia la mappatura dei bisogni che l'andamento dei progetti e a fornire consulenza e supporto su casi specifici, esercitando un ruolo di facilitatore nelle scelte da assumere. A tal fine il Coordinamento è disponibile a creare una "Agenzia per la Vita Indipendente" che contribuisca all'ottimizzazione delle risorse e dei servizi utili ad una effettiva ed efficace realizzazione dei progetti in essere.

Riepilogando in breve si è chiesto:

-che la Regione nella stesura della prossima delibera relativa i finanziamenti ex leggi 104 e 162 salvaguardi la specificità dei progetti di VI, nella previsione di un celere inizio della concertazione tra Coordinamento e assessorato;

-che fornisca senza indugio agli Enti Gestori l’indicazione obbligatoria di mantenere inalterato il finanziamento dei progetti già in corso nel 2012;

-che trasmetta al Coordinamento i dati recenti dei progetti in essere (oggi calcolati in n°202) in modo tale che si possano elaborare proposte sul cosa/come si intenda per progetto di VI da presentare in occasione degli incontri di concertazione.

-che tenga nel debito conto la disponibilità del Coordinamento a creare in futuro una “Agenzia per la Vita Indipendente” che collabori con l’Assessorato nel monitorare l’andamento dei progetti ed operi a supporto agli utenti.

Copia del presente verbale sarà inviata anche all’Ufficio del Difensore Civico Regionale, come da richiesta dello stesso espressa nella lettera del 25-5-2012.

* La legge 7 agosto 1990 n. 214 all'articolo 12 prevede quanto segue:

"1.La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati sono subordinate alla predeterminazione ed alla pubblicazione da parte delle amministrazioni procedenti, nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, dei criteri e delle modalità cui le amministrazioni stesse devono attenersi.

2. L'effettiva osservanza dei criteri e delle modalità di cui al comma 1 deve risultare dai singoli provvedimenti relativi agli interventi di cui al medesimo comma 1”.

 

 

Firmato

Il Coordinamento Interassociativo Piemontese su Vita Indipendente e Massima Autonomia Possibile

Torino, 31 maggio 2012

 

 

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