ARCHIVIO PRIMO PIANO - ARTICOLI 2006
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21 dicembre 2006
Piergiorgio Welby è morto
La sofferenza di Piergiorgio è finita questa notte. Si chiude la sua
storia ma molti sono gli interrogativi che ancora rimangono aperti: solo
ieri il Consiglio Superiore della Sanità dichiarava che "le cure che
mantengono in vita non si possono considerare accanimento terapeutico". La
questione sull'eutanasia aperta tuttora tiene divisi i pensieri degli
italiani, indistintamente, che si tratti di dottori, politici, cittadini. Ma
se si pensa alle persone che sopravvivono grazie ad una macchina ma che sono
impossibilitate ad esprimersi, che sono incoscienti e non possono comunicare
la loro volontà di vivere o morire, il dramma è ancora più atroce ed
evidente. Se volete esprimere la vostra opinione scrivetela ed inviatecela,
la pubblicheremo qui o in uno spazio dedicato, sarà un modo per confrontarsi
su questa difficile materia priva ancora di ogni elemento legislativo ma
bisognosa di un chiaro riconoscimento.
redazione Consequor: info@consequor.it
; webmaster@consequor.it
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13 dicembre 2006
Ratificato all'ONU il Documento sui diritti delle persone
disabili.
Dopo 8 sessioni di lavoro, ben 5 anni, trovato l’accordo sul testo elaborato
dalla Commissione ad hoc d'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la
convenzione internazionale sui diritti delle persone disabili.
La convenzione arriva al termine di anni di negoziati e sarà adottata per
consenso da 192 paesi membri dell’ONU.
Si tratta del PRIMO GRANDE TRATTATO SUI DIRITTI UMANI DEL XXI SECOLO
ratificato il 13 dicembre scorso sotto l’egida del Segretario Generale dell’ONU
Kofi Annan, ed entrerà in vigore dopo la ratifica di almeno 20 Paesi.
Dal documento, circa 50 articoli, emerge l’intento di
promuovere, proteggere e garantire il totale rispetto dei diritti umani e delle
libertà fondamentali dei disabili, puntando sul rispetto della loro dignità di
persone.
Per la prima volta, si tenta di eliminare radicalmente qualsiasi forma di
discriminazione culturale nei confronti delle persone disabili. E, secondo
quanto recita il testo ONU, “i Paesi firmatari dovranno evitare pratiche
discriminatorie al loro interno nei confronti di persone con disabilità e
dovranno assicurare loro l’inserimento completo nelle società garantendo pari
opportunità.”
La prossima tappa -
anch'essa quanto mai attesa - è a questo punto quella della ratifica e
implementazione da parte dei 192 Stati membri dell'ONU e quella dell'entrata in
vigore della Convenzione la quale, vale la pena ricordarlo, scatterà dopo che
almeno 20 Paesi avranno fatto proprio l'importante documento".
Ecco il
link al testo integrale (in
inglese).
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1 dicembre 2006
TORINO - Il Centro Servizi CSV Idea Solidale e la Consulta per le persone in
difficoltà C.P.D. organizzano tre giornate dedicate ai disabili, tra convegni,
vetrina della solidarietà con l'insieme di associazioni (anche noi di Consequor
insieme a DATARC), comicità con David Anzalone e Dolcenera che parteciperanno
anche allo spettacolo teatrale conclusivo al Teatro Piccolo Regio la sera
del 3 dicembre. Il programma è consultabile sul sito
www.3dicembre.it .
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20 novembre 2006
TORINO - Il prossimo 25 novembre si terrà il secondo incontro di Pianetabile
(www.pianetabile.it) sul tema della Vita
Indipendente, presso l'Associazione Ideasolidale in Corso Novara 64.
Nell'incontro verrà presentato il documentario "Pinocchio una storia vera"
realizzato con il regista Andrea Icardi, che ha partecipato il Film Festival di
Torino ed al Salus Film Festival di Terni.
Programma:
13.30
Benvenuto e presentazione dell'incontro
Presentazione del documentario "Pinocchio è una storia vera" da parte del
regista Andrea Icardi e proiezione
14.30
Dibattito e relazione di Giancarlo Posati sulla Legge 162/98 e la Vita
Indipendente
Intervento di Carlo Mariano Sartoris – architetto e scrittore: “Prevenzione e
reinserimento post trauma”
15.30
Dimostrazione sull’utilizzo di FaceMouse da parte dell’ing. Simone Soria
16.45
Coffee break offerto da ASTRATECH
Distribuzione gratuita zainetti COLOPLAST contenenti il dvd “Pinocchio è una
storia vera” e altro materiale
Carlo, Gabriele (autore di: Kamasutra dei disabili) e Santina ci vendono le loro
pubblicazioni. Santina
espone alcuni dei suoi dipinti
17.00
Intervento di Santina Portelli – psicologa e pittrice: L'indipendenza: una meta
da raggiungere, come?
“Dall'assistenza all'esistenza, dall'esistenza a condividere esistenza”
17.30
"Donne, disabilità e vita indipendente", relazione della dott.ssa Carla Castagna
18.15
Saluti e ringraziamenti
scarica la locandina (formato Pdf)
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27 ottobre 2006
Disabilità e vita indipendente: a Udine
nasce una nuova “Sfida”
UDINE - Si tratta della prima impresa sociale a servizio delle persone
disabili e delle loro famiglie creata da disabili (i tre soci fondatori).
Mission dell'agenzia è quella di promuovere la pratica della vita indipendente
tra le persone disabili e tra tutti coloro che, per una ragione o per l'altra,
si trovino nello stato di dover chiedere assistenza per svolgere le normali
operazioni della vita quotidiana. L'agenzia diffonderà sul territorio la pratica
della vita indipendente mettendo in campo soluzioni ai principali problemi che i
potenziali beneficiari di questa filosofia si trovano ad affrontare. Per questo,
la nuova cooperativa si muoverà sostanzialmente su due canali di attività: la
formazione degli assistenti personali o badanti e degli stessi disabili (che
devono imparare ad adattarsi l'uno all'altro) e la consulenza alle persone con
disabilità su tutti i temi che riguardano l'autonomia, l'occupabilità e l'
imprenditorialità.
"L'esperienza della cooperativa nasce da una presa d'atto della situazione di
estrema difficoltà, per i disabili della nostra zona e in generale in tutta
Italia, a reperire assistenti personali qualificati" commenta Stefano Baldini,
uno dei soci fondatori. "Non è semplice assistere un disabile, e non è semplice
per il disabile adattarsi all'assistente" continua Baldini. L' assistente
personale è, di fatto, un prolungamento del disabile e un anello di congiunzione
che lo ricollega alla vita quotidiana e gli ridona l'autonomia. Una formazione
adeguata per gli assistenti spesso non esiste, la persona impara direttamente
"sul campo", con tutte le problematiche di relazione che questo comporta. Molto
è legato alla predisposizione e alla buona volontà dell'assistente a integrarsi
nella quotidianità del disabile. La nostra cooperativa nasce dalla volontà di
far diventare impresa ciò che prima era una semplice attività di passaparola: il
nostro presidente, Roby Margutti, persona di riferimento in regione per la vita
indipendente, riceveva da amici e conoscenti decine di richieste di aiuto per
trovare gli assistenti personali "giusti". Una situazione che, da solo, Margutti,
anche lui disabile grave, non riusciva più a gestire. Allora ci siamo chiesti:
perché non creare un vero e proprio servizio di consulenza e formazione?".
La cooperativa "La sfida" mira dunque a formare assistenti personali e disabili
organizzando corsi sia in Italia sia all'estero. Grazie alla collaborazione con
un gruppo di italiani attivi in Romania legati ad un centro Caritas locale e
vista la maggiore predisposizione dei rumeni a svolgere questo tipo di attività,
verranno svolti direttamente in Romania dei corsi per assistenti personali, con
l'obiettivo di far arrivare poi i formati in Italia sulla base delle richieste
delle famiglie. Un servizio che diventa dunque anche regolazione dei flussi
migratori.
Ma "La sfida" non è solo formazione. La cooperativa mira infatti a fornire al
disabile un servizio a 360 gradi. Attraverso consulenza telefonica, telematica
(via email e videoconferenza con webcam) la nuova onlus offre infatti aiuto nel
reperimento e selezione di assistenti personali e badanti; informazione sulla
normativa in favore delle persone con disabilità, consulenza sull'inserimento
lavorativo, sulla mobilità delle persone disabili e sulle barriere
architettoniche; informazioni su sport per disabili, turismo accessibile,
riabilitazione; organizzazione di attività di socializzazione per persone
disabili, verifica dell'accessibilità dei siti web pubblici e privati.
"Attraverso convenzioni con gli enti pubblici, puntiamo a creare dei veri e
propri Servizi di consulenza per i disabili con costi notevolmente più bassi per
le amministrazioni pubbliche e nessun aggravio economico sulla persona disabile"
commenta Baldini
Fonte: Superabile
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26 agosto 2006
La Commissione ONU approva la Carta sui
diritti dei disabili
NAZIONI UNITE (fonte:
Reuters 26-8-2006) - Un
trattato per il rispetto dei diritti di 650 milioni di persone disabili nel
mondo ha compiuto ieri un passo decisivo con l'approvazione da parte della
Commissione dell'assemblea generale Onu della bozza sulla convenzione.I testo
verrà ora sottoposto all'attenzione dell'assemblea generale delle 192 nazioni,
che si prevede l'approverà nel corso della sua 61esima sessione annuale in
programma all'inizio del prossimo mese.
Il documento sarà poi pronto per essere
firmato e finalmente ratificato.La convenzione , che potrebbe entrare in vigore nel
2008 o 2009, richiederà alle nazioni di ratificarla adottando leggi che
proibiscano la discriminazione sulla basi di qualsiasi forma di disabilità,
dalla cecità alla malattia mentale.
Le nazioni dovranno anche eliminare ogni
legge discriminatoria.La convenzione obbligherà anche i governi a combattere
contro gli stereotipi ed i pregiudizi e promuovere la consapevolezza delle
capacità delle persone disabili e dei loro contributi alla società.
Il documento proteggerà anche il diritto alla vita dei
neonati venuti alla luce con handicap, e garantirà che i bimbi con invalidità
non verranno separati dia genitori contro la loro volontà.
Per realizzare il
trattato un comitato dell'assemblea generale che comprende tutti i 192 stati
membri ha lavorato a partire dal 2001.
"State mandando il messaggio che vogliamo vivere con dignità per tutti
e che tutti gli esseri umani sono uguali", ha detto il presidente dell'assemblea Jan Eliasson elogiando i delegati per l'approvazione della bozza all'unanimità,
senza bisogno di ponteggio di voti.
Vai al
testo del documento (inglese)
Vai al sito dell'ONU
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8 Marzo 2006
Si e' tenuta a Padova la conferenza regionale su diritti umani e
strumenti di tutela
Si è tenuta a Padova, al Centro "Papa Luciani", la Conferenza regionale sulla
disabilità, incentrata sul tema dei diritti umani e strumenti di tutela,
promossa dalla Giunta regionale e dell'Osservatorio regionale handicap.
L'iniziativa ha consentito di fare il punto sul cammino istituzionale percorso a
favore dei disabili in questi anni e di annunciare le iniziative future per dare
pienezza di cittadinanza alle persone con disabilità.
I diversi interventi di esponenti della Regione Veneto, delle Associazioni dei
disabili, dell'Università di Padova, di rappresentanti delle Aziende Ullss,
delle cooperative sociali, hanno messo in evidenza come, nel corso di questi
anni, grazie all'impegno dei disabili stessi, dei loro familiari e delle loro
associazioni, delle cooperative sociali, del volontariato, dei servizi sociali e
sanitari sia stato realizzato un sistema integrato di servizi territoriali che
hanno migliorato le risposte di assistenza sanitaria e sociale alle persone con
disabilità.
In sintesi, l'impegno della Regione Veneto su tale campo si è concretizzato
passando nell'ultimo quinquennio da 33 a 76 milioni di euro stanziati
a favore delle persone con disabilità. E ancora su altri diversi aspetti:
integrazione scolastica (nel 2003/2004 sono stati certificati 9491 bambini di
cui 2648 seguiti dal personale sociosanitario dell'Ulss); inserimento
lavorativo, un diritto imprescindibile per integrare i disabili nell'economia e
nella società in generale (il Veneto, con la legge regionale n. 16 del 2002, ha
potenziando e razionalizzato l'attività dei servizi di integrazione lavorativa);
i Centri Educativi Occupazionali Diurni (CEOD) la risposta più consolidata ai
disabili gravi e alle loro famiglie (oggi, nel Veneto, sono presenti 249 CEOD,
73 pubblici e 176 privati che ospitano 5321 disabili); i servizi residenziali,
che si orientano sempre più sulle piccole dimensioni e che rispondono alle
persone disabili prive, anche temporaneamente, del sostegno della famiglia (le
persone disabili ospitate nei servizi residenziali sono state 2.631, distribuite
in strutture con diversa capacità ricettiva e con modelli organizzativi
multimodali).
Sono stati ricordati, inoltre, i provvedimenti a favore delle persone con
disabilità grave per offrire alla famiglia un concreto sostegno e permettere
la costruzione di percorsi di vita indipendente ma anche servizi di
sollievo e di accoglienza temporanea legate alla soddisfazione di particolari
necessità della famiglia. A questo scopo, la Regione con un provvedimento del
2001 ha assegnato buoni servizio ed assegni di sollievo, privilegiando la
determinazione autonoma della famiglia nella scelta delle modalità di
assistenza.
E' stata ricordata, infine, la recente proposta di legge d'iniziativa della
Giunta regionale che istituisce un fondo per finanziare il superamento delle
barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati, anche attraverso
l'utilizzo di ausili tecnici e tecnologici.
[Ufficio Stampa Regione Veneto]
Ed a proposito di...
25 Gennaio 2006
''La cosa più importante che la Regione Veneto può fare per sostenere la
'vita indipendente' delle persone con disabilità è ciò che stiamo già
facendo: farci carico complessivamente e in modo individuale e personalizzato
della persona, rispondendo alle sue esigenze con servizi domiciliari
territoriali potenziati e razionalizzati, con un aumento costante, come è stato
in questi ultimi anni, di risorse regionali pur a fronte di trasferimenti
nazionali sempre più esigui''.
Così Antonio De Poli, Assessore regionale alle politiche sociali, risponde al
consigliere regionale Pettenò sui progetti di ''Vita indipendente'' destinati a
sostenere la vita autonoma della persone con disabilità grave. L'Assessore
regionale ricorda che la Regione Veneto, dal 2000 ad oggi, e' passata
dall'impegno di 24 milioni di euro nel settore della residenzialità per i
disabili a più di 70 milioni di euro attuali. Per quanto invece riguarda il
Fondo della domiciliarità sono circa 18 i milioni di euro destinati dalla
programmazione regionale nei quali confluiscono, appunto, le risorse per i
progetti di ''vita indipendente (ai quali la Regione quest'anno destinerà oltre
5 milioni di euro), gli interventi previsti dalla legge 28 (contributi
per chi assiste in casa persone congiunte disabili) per la quale sono assegnati
6 milioni di euro, mentre 4 milioni di euro sono previsti per gli interventi
sulla disabilità indicati dalla specifica legge nazionale n. 162 del 1998.
Infine, tra le altre voci di spesa rimanenti per il settore, De Poli ricorda la
riconferma degli stanziamenti regionali di 3,5 milioni di euro per
l'abbattimento delle barriere architettoniche. ''Una mole di risorse e di
interventi - conclude l'Assessore regionale - che non è certo marginale e che
rende evidente il nostro impegno istituzionale per rendere sempre piu' concreto
il diritto di cittadinanza delle persone con disabilità".
[Ufficio Stampa Regione Veneto]
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Febbraio
2006
Disabili: terza
nazione al mondo
Si è
conclusa all'Onu, nel disinteresse
generale, la conferenza sui
«diversamente abili». Eppure sono
ben 600 milioni
DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK – La
delegata con i capelli tagliati corti e la cuffia
della traduzione simultanea, seduta nella sala a
semicerchio delle Nazioni Unite davanti a una
targhetta con la scritta Germany, indossa la tipica
divisa di lavoro della donna manager. Tailleur con
pantaloni grigio scuro e valigetta nera un po’
imbottita per il computer. Ma qualcosa di inconsueto
la distingue. La delegata-manager, mentre ascolta in
cuffia, con le dita scalze del piede sinistro, dove
all’altezza della caviglia si nota l’orologio,
scorre l’ordine del giorno e con il piede destro
batte velocemente i tasti del computer, sistemato in
basso su un tavolinetto. Tocco tipicamente
femminile, il terzo e il quarto alluce sono
ingentiliti da due anelli. Ogni tanto, con
disinvoltura da ginnasta, la donna ripiega ad angolo
una gamba verso l’alto e si concede una pausa,
appoggiando la faccia sul tallone. Chi, dopo avere
visto questa scena, si sentirà di usare un’altra
volta la parola offensiva «minorato»? Nella sala
numero 4 dove per tre settimane si è riunito il
comitato per la nuova Convenzione internazionale
sulle persone disabili, in un angolo si trovano le
copie di tutti gli atti in Braille, che permettono
anche ai ciechi di seguire i lavori e intervenire
alla pari dei vedenti. Elementare si dirà. Ma in
molti Paesi, dove nessuno pensa ancora di introdurre
le schede elettorali Braille, il non vedente, per
esercitare il suo diritto di voto, dipende dalla
benevolenza di accompagnatori e scrutatori. Sul lato
opposto della sala un gruppo di persone gesticola
con grande animazione. Sono gli speciali interpreti
per i sordomuti che si affiancano ai traduttori
simultanei. Come spiegano i delegati, il popolo dei
600 milioni di disabili è praticamente la terza
«nazione» del pianeta, dopo Cina e India.
IN ITALIA - In Italia, aggiunge
Isabella Menichini del Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, i disabili gravi sono oltre 3
milioni; ma la cifra si raddoppia tenendo conto
delle disabilità più lievi: in totale dunque il 10
per cento degli italiani. «Il problema non è solo di
numeri e neppure di risorse insufficienti»
sottolinea Pietro Barbieri, presidente della
Federazione Italiana Superamento Handicap. «In
Italia, anche se qualcosa si incomincia a fare, per
esempio con le deduzioni introdotte nel 2005 di 3700
euro dal reddito per chi ha figli disabili, occorre
un cambiamento radicale di mentalità. Nei treni
italiani, per esempio, con gli scalini di accesso e
le pensiline non a livello, a differenza di altri
paesi, il diritto dell’anziano e del disabile alla
mobilità esiste spesso solo sulla carta. E pesanti
sono le discriminazioni imposte da molte compagnie
aeree. Basterà ricordare la WindJet, che al disabile
impone la soprattassa di ben 40 euro, l’Alitalia che
gli assegna solo i posti in coda e la Air One che
nella tratta fra Cagliari e Milano addirittura non
lo imbarca nei primi voli del mattino».
VICENDA EMBLEMATICA - La storia di
Barbieri, 39 anni, paralizzato per un tuffo dalla
vita in giù a vent’anni quando studiava
architettura, è stata un vero campionario di
discriminazione. «L’università – ricorda – negli
anni Ottanta a Roma non era attrezzata per un caso
come il mio. Dato che avevo perso parzialmente anche
l’uso delle dita, i miei comprarono a loro spese un
costosissimo computer per il disegno assistito. Ma
non mi permisero di usarlo. Tutto quello che mi
dissero fu «che t’importa, vai, tanto ti promuovono
d’ufficio col 18 politico». Preferii lasciare. Ora è
vero, dopo vent’anni, molto sta cambiando. Le nostre
università ospitano 10mila studenti con disabilità
anche se con strutture tuttora inadeguate. Ma in
Germania, ad Heidelberg, una università accoglie
solo disabili, addirittura 5mila». Il problema, su
scala mondiale, è di gran lunga più drammatico. «In
tutto il mondo – dice l’olandese Lech Grandia
presidente della Federazione mondiale sordociechi -
il 96% dei disabili non va a scuola, spesso non può
votare, non può aprire un conto in banca, è fuori
dal mondo del lavoro, a volte gli è perfino vietato
di sposarsi». Ma la Convenzione internazionale in
che cosa può aiutare? «Sarà un grande passo avanti»,
assicura il neozelandese Don McKay, presidente del
Comitato ONU che la sta elaborando. Servirà a
«riformare le vecchie istituzioni, che per secoli
hanno discriminato e ghettizzato i disabili nel
mondo. Dobbiamo far capire che questi 600 milioni
non soltanto devono godere degli stessi diritti di
ogni altro essere umano, ma sono anche una risorsa
culturale, intellettuale e perfino produttiva».
Fonte: Corriere della Sera
Renzo Cianfanelli
28 febbraio 2006
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Gennaio 2006:
Volare in Europa:
senza barriere dal 2008
Il Parlamento
europeo dichiara illegale il rifiuto d'imbarco di passeggeri disabili e
obbliga aeroporti e compagnie aeree a predisporre entro 2 anni servizi
di assistenza gratuita
ROMA - Entro il 2008 gli
aeroporti europei saranno completamente accessibili ai passeggeri disabili. Lo
ha deciso il Parlamento Europeo, che il 15 dicembre ha adottato, con 506 voti
favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto, una risoluzione che garantirà i diritti dei
passeggeri disabili e con mobilità limitata.
Tre i punti cardine della
risoluzione: il divieto di negare l’imbarco ai disabili, l’obbligo di
un'assistenza ininterrotta dall'aeroporto di partenza fino a quello di
destinazione, compresi scali e coincidenze, e la gratuità dei servizi
aggiuntivi, che saranno distribuiti sul prezzo dei biglietti di tutti i
passeggeri. In particolare l’assistenza riguarda l’imbarco e lo sbarco. A
disposizione dei passeggeri ascensori, sedie a rotelle e l’aiuto durante gli
spostamenti all’interno dell’aeroporto verso il banco del check-in o la sala
ritiro bagagli, per raggiungere l’uscita o le toilette, per espletare le
procedure di immigrazione e doganali. La richiesta di assistenza dovrà però
pervenire almeno 48 ore prima dell’orario di partenza.
La risoluzione riguarda
soltanto gli aeroporti con un traffico di almeno 150mila passeggeri all'anno.
Gli obblighi saranno effettivi entro il 2008, ma già dal 2007 sarà illegale
rifiutare l'imbarco a persone disabili o a mobilità ridotta. Ad informare i
passeggeri disabili sui loro diritti e sulle possibilità di reclamo presso gli
organismi designati saranno gli Stati membri, che dovranno anche verificare
l'applicazione della risoluzione. Uniche deroga prevista: se le dimensioni
dell’aeromobile o dei suoi portelloni rendono impossibile il trasporto di
disabili per motivi di sicurezza. Ma in tal caso saranno offerte alternative
accettabili: il rimborso del biglietto o la possibilità di prenotare un altro
volo. Bruxelles inoltre raccomanda ad aeroporti e compagnie di progettare nuovi
terminal e aerei tenendo sempre conto delle esigenze dei passeggeri disabili
.
La notizia è stata "accolta con entusiasmo"
da Roy Griffins, presidente dell'Aci (Airport Council International), la società
che raccoglie i proprietari del 90% degli scali europei. Yannis Vardakastanis,
presidente della Edf (European disabled forum) - il forum delle principali
associazioni di persone disabili in Europa che ha fortemente richiesto questa
risoluzione - ha dichiarato che la norma mostra la volontà dell'Europa di porre
fine ad una discriminazione "incredibile", ma ha ricordato che occorre
migliorare ancora la legislazione affinché "le persone disabili abbiano accesso
a tutti i beni e i servizi".
Fonte:http://www.superabile.it
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Anche la Toscana contro la partecipazione
alla spesa
(a cura di Crizia Narduzzo)
Anche la Regione Toscana - come le
Marche - riconosce ufficialmente
l’illegittimità delle richieste di
sostegno economico avanzate da enti e
istituzioni verso i familiari di persone
con disabilità grave e di anziani non
autosufficienti
Proprio all’inizio di gennaio è arrivato
dalla Giunta Regionale della
Toscana il riconoscimento dell’
illegittimità
delle richieste di
contributi
economici avanzate da enti e
istituzioni verso i familiari di
persone con disabilità grave e
anziani non autosufficienti.
Questo dopo quasi un anno di grande
impegno profuso dall’
ADUC
(Associazione per i Diritti degli Utenti
e dei Consumatori), e in particolare dal
suo delegato di Pisa
Gianfranco
Mannini, in una vera e propria
battaglia, iniziata da quest’ultimo nel
maggio del 2005, quando per la prima
volta si è rivolto ai prefetti,
chiedendo il loro intervento contro
Comuni e
ASL
per le continue richieste di sostegno
avanzate da questi ultimi e divenute
ormai una sorta di consuetudine.
Una lunga battaglia
Nella sua prima richiesta, il delegato
dell’ADUC - anche in qualità di
presidente del Coordinamento
Etico dei Caregivers -
denunciava apertamente l'irregolarità di
questa modalità di agire, fondando le
sue affermazioni sull’articolo 25 della
Legge
328/2000 (la cosiddetta "Riforma
dell'assistenza"), secondo il quale «ai
fini dell'accesso ai servizi
disciplinati dalla presente legge, la
verifica della condizione economica del
richiedente è effettuata secondo le
disposizioni previste dal Decreto
Legislativo 31 marzo 1998,
n. 109, come modificato dal Decreto
Legislativo 3 maggio 2000,
n. 130».
Quest'ultimo stabilisce che «per le
prestazioni di natura socio-sanitaria
erogate a domicilio o in ambiente
residenziale a ciclo diurno o
continuativo, rivolte a persone con
handicap permanente grave, nonché a
soggetti ultrasessantacinquenni la cui
non autosufficienza fisica o psichica
sia stata accertata dalle Unità
sanitarie locali, deve essere
presa in considerazione la sola
situazione economica dell'assistito
[grassetto nostro, N.d.R.]».
Invece, spiegava Mannini nella sua
lettera, «nei casi di persone colpite da
handicap invalidanti o da malattie
croniche, gli enti pubblici, anziché
esprimere atti concreti di solidarietà,
sottraggono ai loro congiunti somme di
denaro non dovute, sovente di importo
non indifferente. A volte avviene
addirittura che le contribuzioni siano
imposte con odiosi ricatti:
"Se non firmate, il vostro familiare non
verrà ricoverato!". Le Regioni non hanno
assunto finora alcuna concreta
iniziativa per il rispetto delle leggi
vigenti, dando in questo modo
ampio spazio alle illegalità
compiute in materia da Comuni, Province
e ASL. Anzi, alcune, tra cui la Toscana,
hanno approvato provvedimenti in cui è
previsto che gli enti gestori dei
servizi socio-assistenziali debbano
pretendere contributi economici dai
parenti di assistiti maggiorenni
(coniuge, figli, genitori, nuore,
suoceri, fratelli e sorelle)».
Concludendo la sua analisi, Mannini
rivolgeva un interrogativo ai
destinatari: «Perché molti
amministratori e operatori ritengono
eticamente corretta la richiesta di
contributi economici ai parenti tenuti
agli alimenti, per i servizi
socio-assistenziali, e nulla obiettano
per il mancato coinvolgimento dei
congiunti per attività come i
soggiorni di vacanza, l'affitto,
l'assegnazione di alloggi
popolari, benché anch'esse
abbiano natura assistenziale e i cui
oneri - a carico del settore pubblico -
siano molto gravosi e superiori ai
mancati introiti derivanti dalla
corretta applicazione delle vigenti
norme sui parenti tenuti agli
alimenti?».
Un quesito evidentemente non semplice,
visti i cinque mesi che sono trascorsi
prima che giungesse all'ADUC anche solo
una risposta “difensiva”
(e negativa), inviata
dall’ASL 5 di Pisa al prefetto.
A questo punto l’Associazione ha deciso
di continuare comunque a difendere la
propria posizione, inviando ancora al
prefetto, al presidente e ad alcuni
assessori della Regione Toscana, oltre
che al direttore dei servizi sociali
della stessa ASL, un documento con
la segnalazione di avere messo
in mora l’Azienda Sanitaria
pisana, quale premessa per un’azione
legale.
Arriva il no ai contributi
E così - a distanza di nove
mesi - si è giunti alla recente risposta
di Aldo Ancona,
direttore generale per il Diritto alla
Salute e delle Politiche di Solidarietà
della Regione Toscana, il quale
attraverso una
comunicazione ufficiale ha dichiarato
che «in passato era consuetudine
introdurre nei regolamenti dei Comuni e
delle ASL, in particolare per quanto
riguardava l’inserimento di soggetti in
strutture residenziali, il riferimento
alla determinazione della retta sulla
base del reddito calcolato sui “tenuti
agli alimenti” ai sensi delle previsioni
del Codice Civile. D’altro canto
numerose sentenze, anche della Corte di
Cassazione, hanno ritenuto
illegittima questa previsione,
sia perché le richieste al mantenimento
possono essere avanzate solo
dall’assistito, sia perché un altro
soggetto, anche se pubblico, non può
sostituirsi al Giudice nella
determinazione della contribuzione.
Bisogna ricordare, infine, che la Legge
Regionale
41/2005, in coerenza con la Legge
328/2000, prevede all’art. 47 che "il
concorso degli utenti ai costi delle
prestazioni è stabilito a seguito della
valutazione della situazione economica
del richiedente, effettuata con lo
strumento dell’indicatore della
situazione economica equivalente (ISEE)".
Per quanto riguarda invece le norme che
regolano il calcolo dell’ISEE, deve
essere correttamente interpretata la
previsione di cui all’art. 3, comma ter, del
Decreto Legislativo 109/98
modificato, dove si dice che "per
soggetti non autosufficienti e con
handicap grave deve essere presa in
considerazione la sola
situazione economica dell’assistito".
In questo caso, nello stesso comma, si
specifica come tale previsione "intenda
favorire la permanenza dell’assistito
presso il nucleo familiare di
appartenenza". Chiaro è che tale
previsione sembra doversi applicare in
caso di interventi domiciliari (come
l’assistenza integrata), ma non in caso
di inserimento in strutture. Peraltro,
non risulta ancora emanato il Decreto
del presidente del Consiglio dei
Ministri che dovrebbe dare attuazione a
tale previsione, mentre risultano
approvati altri decreti che regolano i
criteri di valutazione economica di
individuazione del nucleo familiare, di
calcolo della situazione reddituale e
patrimoniale (vedere il Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri
242/2001). Si può quindi prevedere che
nella definizione del prossimo Piano
Sociale, in forma integrata
relativamente alle funzioni sanitarie,
saranno emanati specifici
indirizzi per l’applicazione
del sistema ISEE in ambito regionale
[grassetti nostri, N.d.R.]»
Con soddisfazione ha reagito a questa
nota Gianfranco Mannini, il quale ha
voluto ribadire come «la Legge 328/2000
garantisca l'assistenza
sanitaria gratuita agli
handicappati e agli anziani non
autosufficienti, ma che nella realtà le
Regioni (tra cui quella Toscana da cui è
partita la nostra iniziativa),
attraverso i Comuni e le USL, hanno
preteso per anni dai familiari l'impegno
scritto a versare cifre mensili per
ricoveri nelle Residenze Sanitarie
Assistenziali, oltre a ritirare
l'indennità di accompagnamento e parte
della pensione dell'assistito. Oggi Aldo
Ancona, responsabile della Direzione
Generale del Diritto alla Salute della
Regione Toscana, dopo la denuncia del
Coordinamento Etico dei Caregivers e
dell’ADUC, ha riconosciuto
l’illegittimità da parte dei
Comuni e delle ASL di imporre ai parenti
un contributo per integrare la retta.
Diamo quindi atto alla Regione Toscana
di essere tra le prime (anche le
Marche, nei giorni scorsi, hanno
deciso in questo senso) a riconoscere
l’abuso compiuto contro i parenti degli
anziani non autosufficienti. Adesso,
però, pretendiamo che oltre ad informare
tutti i Comuni e le USL della necessità
di bloccare
tempestivamente questo
comportamento illegale, si
disponga automaticamente il
rimborso a coloro che
dall’entrata in vigore della Legge
328/2000 sono stati costretti a versare
il contributo di cui sopra. Da parte
nostra, come Coordinamento Etico dei
Caregivers e in collaborazione con l’ADUC,
abbiamo preparato un apposito modulo per
ottenere detto rimborso, che si può
trovare sul sito
www.aduc.it».
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Dal numero 153 di febbraio 2005 della rivista DM
(trimestrale edito dalla Direzione Nazionale dell'Unione Nazionale Lotta alla
Distrofia Muscolare) alcuni articoli di sicuro interesse:
vai all'articolo
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Prossimo Convegno di Brescia del 21 maggio 2005 sulla
Vita Indipendente, nel quale è previsto un intervento di Gianni Pellis:
Programma 1 in Pdf
Programma 2 in Pdf